Nella giornata di ieri la commissione ministeriale incaricata di verificare i Lea (livelli essenziali di assistenza) ha fatto visita a sorpresa nello spoke Cetraro-Paola, visitando entrambi i presidi tirrenici. Gli ispettori inviati dal nuovo ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno il compito di controllare che le strutture sanitarie pubbliche garantiscano, come è scritto sui siti ufficiali, «le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale (tasse)».

Oggi nuovi controlli

Ad ogni modo, pare che l'ispezione non riguardi nello specifico lo spoke Cetraro-Paola, perché da fonti accreditate si evince che oggi gli ispettori del ministro Speranza continueranno il loro viaggio nella sanità calabrese facendo visita, sempre a sorpresa, in altri nosocomi del Cosentino. Non è escluso che nei prossimi giorni la commissione di verifica dei Lea estenda i suoi controlli in altre province della regione.

Drammi e disservizi

A spingere il neo ministro della Salute a commissionare le ispezioni negli ospedali della Calabria, potrebbero essere stati i continui episodi di presunta malasanità e morti sospette. L'ultimo, in ordine di tempo, è quello che ha visto protagonista una donna al nono mese di gravidanza a cui era stato posticipato il parto cesareo per carenza di anestesisti all'ospedale di Vibo Valentia e che successivamente ha perso il feto che portava in grembo. Tre mesi fa, invece, aveva lasciato tutti basiti la storia della 36enne Santina Adamo, la donna di Rota Greca che, dopo aver partorito senza problemi all'ospedale di Cetraro, è morta a seguito di una emorragia massiva due ore dopo aver messo al mondo il suo secondo figlio. Le indagini hanno rivelato che quella notte, il 17 luglio scorso, nell'emoteca del presidio era presente una sola sacca di sangue compatibile con il gruppo sanguigno della donna, sostanza ematica regolarmente utilizzata di medici, ma non sufficiente ad evitare alla paziente una tragica fine.

 

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