Per la preparazione casalinga del pasto principale è stato stimato un tempo medio di 3/6 ore con uno storico ritorno al "fai da te" che non si registrava da oltre 50 anni
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Questo Natale si spenderanno in media 90 euro a famiglia per imbandire le tavole degli italiani. Tra questi, nove su dieci (il 91 per cento) hanno scelto di trascorrere le feste a casa propria o con parenti o amici. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè dalla quale si evidenzia un calo del 4% della spesa rispetto allo scorso anno.
Tornano le grandi tavolate
Tornano le grandi tavolate con una media di 8 persone a condividere insieme i menu della festa, soprattutto parenti e amici, ma c’è anche un 10% che li consuma in coppia o da solo. «Per la preparazione casalinga del pasto principale del Natale - continua la Coldiretti - è stato stimato un tempo medio di 3/6 ore con uno storico ritorno al "fai da te" che non si registrava da oltre cinquanta anni». Precisa la Coldiretti: «Un ritorno al passato determinato però da motivazioni diverse con gli italiani, soprattutto giovani, che si gratificano ai fornelli, e la cucina e il buon cibo che si affermano tra le nuove generazioni come primarie attività di svago, relax e affermazione personale».
Vince il panettone sul pandoro
L'associazione sostiene che «lo show cooking per gli amici si afferma come appuntamento dei momenti di festa e spinge anche verso una scelta attenta degli ingredienti, con una tendenza elevata alla ricerca di materie prime fresche e genuine direttamente dai produttori per assecondare la crescente voglia di conoscenza sulle caratteristiche del prodotto e sui metodi per ottenerlo, da raccontare a tavola a parenti e amici. Lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per quasi nove italiani su dieci (87%) mentre il panettone con il 73% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 67%».
I dolci della tradizione
In conclusione «le tavole si arricchiscono soprattutto dei prodotti regionali tipici della ricorrenza e più gettonati ci sono il panone di Natale in Emilia Romagna, u piccilatiedd in Basilicata, il panpepato in Umbria, la pizza di Franz nel Molise, lu rintrocilio in Abruzzo, le pabassinas con sa sapa in Sardegna, la carbonata con polenta in Valle D'Aosta, il pangiallo nel Lazio, le carteddate in Puglia, i canederli in Trentino, la brovada e muset con polenta in Friuli, i quazuni'elli in Calabria, il pandolce in Liguria, la pizza de Nata' nelle Marche, i buccellati in Sicilia, il brodo di cappone in tazza in Toscana e l'insalata di rinforzo in Campania».
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