Stavolta non fa ridere con le sue battute argute ma riflettere seriamente sulla condizione dei pazienti calabresi trapiantati. Lui è Enzo Colacino, attore catanzarese molto conosciuto anche a livello nazionale, soprattutto per il progetto della maschera simbolo Giangurgolo.

La sua testimonianza in esclusiva al network LaC la fa in altre vesti, quella di un ammalato epatico che quasi dieci anni – a gennaio 2016 –  ha subìto un trapianto di fegato salvavita a Torino ma continua ad avere in Calabria assistenza ottimale.

«Sono fortunato e siamo fortunati ad avere una eccellente struttura – afferma Colacino – come quella dell'ospedale di Soverato (Catanzaro) dove c'è un “signor” medico, il dottor Benedetto Caroleo, che segue un gruppo di trapiantati i quali grazie a lui e al suo collegamento con l'ospedale delle Molinette di Torino ci ha consentito di effettuare felicemente il trapianto dell’organo, preparandoci prima e seguendoci scrupolosamente ancora oggi. C'è un gruppo su Fb con 100 trapiantati tutti con seguiti dal dottor Caroleo, professionista di buona sanità che dà lustro alla categoria».

Stesse operazioni, diverse garanzie economiche

L’altra faccia della medaglia presenta di contro stranezze burocratiche che ripercuotono pesantemente sulle tasche dei pazienti.

«Esistono protocolli regionali che riguardano ospedali di Roma per il trapianto – afferma Colacino – dove un ammalato proveniente dalla nostra regione può avere rimborsi, mentre pazienti che vengono trapiantati alle Molinette di Torino, fuori protocollo, non ricevono alcun beneficio anche se per lo stesso intervento fatto nella Capitale. Stiamo parlando di un centro di assoluta eccellenza, quello piemontese, con più di 4mila trapianti festeggiati l'anno scorso. Per la propria salute si deve poter scegliere, una persona può andare a Torino perché ha parenti, viene ospitato o comunque nutrire fiducia in quei sanitari».

Aggiornamento codici a rilento

Farmaci e controlli dei trapiantati fanno i conti anche con ritardi informatici. “Vorrei segnalare per esempio che il cambio dei codici per le nostre prestazioni nel tariffario regionale è stato fatto solo il 31 dicembre del 2024 e pare continui ancora oggi per esami quadrimestrali che noi trapiantati di fegato dobbiamo rigorosamente ripetere.”

Un appello a nome dei trapiantati e non solo di fegato: “Spero che chi è in grado di decidere si sforzi di affrontare la Sanità dalla parte degli ammalati. Già a cominciare dai Cup dove spesso si mandano i pazienti distanti dalla loro residenza oppure a verificare meglio le liste d’attesa perchè accade che in alcuni giorni si facciano pochissime prestazioni mentre per una visita passano mesi”

Così al momento un punto basilare della Costituzione rimane utopia.

Dal libro della Carta costituzionale italiana tradotto nei vari dialetti, ed in quello catanzarese a cura dello stesso Colacino:

Articulu 32, A Repubblica proteggia a saluta comu dirittu fondamentala, sia e l’omu che ‘e tutta a collettività. E garantiscia curi gratissi a cu è poveru e non si i pò pagara. A leggia non po’ iira contru i diritti e l’essere umanu”.