Le crocette calabresi e la leggenda di Natale dell’albero di fico

Un must della tradizione culinaria regionale, un prodotto considerato "sacro" e di buon auspicio consumato durante le festività per celebrare la nascita di Gesù

di Paula Scalamogna
21 dicembre 2018
11:50
Le crocette calabresi
Le crocette calabresi

"E crucette calabrisi" sono una ricetta antichissima che, in Calabria, si tramanda nelle famiglie da generazioni. Prendono il nome dal tipo di lavorazione con cui sono realizzate: a forma di croce. Al loro interno si mette della frutta secca, in particolare si usano le noci e le scorze di mandarino. Una volta cotte in forno caldo vengono spolverate di zucchero e cannella e spruzzate con liquore all’anice. Nei tempi passati i fichi erano i "dolci del periodo di Natale" e un sostentamento calorico per eccellenza per tutta la famiglia. Erano considerati dei frutti preziosi e ricchi di benefici, considerati “sacri”,  leggendari e di buon auspicio.

 


La leggenda cristiana dell’albero di fico

Esiste appunto una leggenda che spiega l’origine di questo dolce. La tradizione narra che Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù ancora in fasce mentre erano in fuga dall’Egitto a causa delle dure leggi del re Erode, che aveva ordinato una strage di bambini, per trovare riparo per la notte si rifugiarono sotto un fico. Appena l’albero accolse sotto le sue foglie la sacra famiglia, allungò i rami e allargò le sue foglie per proteggerla e come per miracolo la rese invisibile agli occhi del malvagio re e dei suoi soldati. Alle prime luci del giorno, la Madonna uscì dal nascondiglio e rivolgendosi all’albero di fico, per ringraziarlo, disse: «Che tu sia benedetto, o fico. Per due volte all’anno darai i frutti più dolci della terra».

È così che i calabresi, in ricordo di questa leggenda, fanno seccare i fichi al sole e li consumano a Natale sotto forma di crocette, per celebrare la nascita di Gesù.



Una ricetta in voga anche oggi

La lavorazione delle crocette è semplice e in famiglia sia grandi che piccoli possono collaborare per realizzarli. I fichi vanno fatti appassire e messi ad asciugare al sole su graticci di canne e “spasulate”, ossia girate di tanto in tanto affinché l'essiccazione avvenga da entrambi i lati. Quando i fichi diventano bianchi, ”ficu ianche”, sono pronti. La sera devono essere coperti per evitare che durante la notte con la rugiada s’inumidiscano. Quando sono ben seccati si possono scegliere i più belli per fare le crocette.

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