Lucano: «Mi accusano del reato di umanità. Ho solo evitato che tante Becky morissero»

VIDEO | È provato ma sereno il sindaco di Riace posto agli arresti domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Così all'uscita dalla Procura di Locri dopo l'interrogatorio di garanzia: «Forse io rispetto la Costituzione più di tutti. La prima regola è avere rispetto degli esseri umani»

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di Redazione
4 ottobre 2018
12:41
Mimmo Lucano, sindaco di Riace
Mimmo Lucano, sindaco di Riace

«Mi stanno accusando del reato di umanità». Questo il primo commento di Mimmo Lucano dopo l’interrogatorio di garanzia che si tenuto questa mattina nella Procura di Locri alla presenza del giudice per le indagini preliminari Domenico Di Croce: «È tutto assurdo, lo stesso gip ha detto che è reato di umanità» - ribadisce il primo cittadino di Riace. «È stato giusto quello che è successo a Becky? Era a Riace ed ha avuto due dinieghi, poi è andata a finire a San Ferdinando e lì è morta. Chi ha pagato per lei? Ecco ho evitato che tante Becky facessero quella fine. Io non ho forzato alcun regolamento. Salvare anche solo una persona per me vale fare il sindaco 15 anni».

 


Il sindaco di Riace, posto ai domiciliari, è provato ma non ha dubbi e risponde a tutte le domande dei giornalisti che lo attendevano fuori dalla Procura. Sulla gestione dei finanziamenti ricevuti per l’accoglienza: «Riace non ha avuto soldi in più. Con gli stessi soldi degli Sprar che arrivano anche ad altri comuni abbiamo fatto accoglienza e integrazione. Il mondo guarda Riace per questo. I rifugiati sono protagonisti nel territorio. Anche i soldi che ho ricevuto per premi non li ho tenuto per me, ma li ho messi a disposizione della comunità. Anche per la fiction non ho voluto nulla. Io mi sono messo a disposizione di tutti. Tutti si nascondono dietro le regole - continua Lucano - forse rispetto io la Costituzione più di tutti. La prima regola è avere rispetto degli esseri umani. Non hanno colore delle pelle e nazionalità, non c'è alcuna differenza».

 

E Lucano chiarisce anche alcuni aspetti dell’inchiesta relativa all’appalto della gestione della raccolta rifiuti: «Ci sono ecomafie, inquinamento, c'è una mafia che controlla il ciclo dei rifiuti, a Riace io ho cercato di fare luce coinvolgendo cooperative sociali e devo pagare per questo? Mi sembra assurdo. Mi accusano perché doveva esserci l'iscrizione all'albo dei gestori ambientali calabresi ma non era attivo. Le cooperative hanno fatto la richiesta per l'iscrizione. Le cooperative poi sono nate a seguito di un avviso pubblico del comune per coinvolgere i disoccupati di Riace, qui ci lavorano le persone svantaggiate insieme ad alcuni rifugiati. Qui noi abbiamo portato normalità».

Si attendono ora le decisioni del gip che dovrà decidere nelle prossime ore se convalidare o meno l'arresto.

 

L'intervista di Ilario Balì:

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