Continuano gli strascichi dell’Infopoint “chiuso per ferie” (e poi riaperto) dell’aeroporto. La Proloco di Lamezia Terme, che era risultata lo scorso 12 luglio aggiudicatrice del servizio di informazione e accoglienza turistica sia nello scalo aeroportuale lametino che in quello di Reggio Calabria, non ci sta a restare con un pugno di mosche in mano e ha ancora molto da dire. In particolare su quell’affidamento diretto dato dalla Regione dopo avere chiesto alla Sacal di annullare in autotela i bandi precedenti.


Un affidamento sulla quale la Proloco vuole vederci chiaro tanto da avere presentato - assistita dal legale Pasqualino Scaramuzzino - una denuncia querela contro “ignoti”, sebbene all’interno della stessa vengano attribuite specifiche responsabilità alla Regione Calabria. E dopo la querela anche la Sacal si è smarcata dalla vicenda con una comunicazione diretta proprio alla Proloco di Lamezia Terme nella quale sostanzialmente spiega di non condividere l’annullamento del bando ma di procedere nella direzione indicata dalla Regione, essendo questa la referente della questione.

 

Ma andiamo con ordine. Dopo l’aggiudicazione del bando, comunicata alla diretta interessata il 12 luglio, ci sarebbero stati, spiega la presidente della Proloco Giusy Ruberto, giorni di silenzio alternati ad altri di continua richieste di documenti in vista della stipula vera e propria del contratto. Giorni durante i quali lo sportello informativo è rimasto chiuso, causando comprensibili disagi ai viaggiatori che in piena estate giungevano in Calabria e la conseguente pioggia di polemiche.
È in quel frangente che Ruberto sarebbe stata contattata dalla società che poi ha avuto di fatto l’affidamento del servizio. «In quei giorni – spiega Ruberto a laCNews24 - ho ricevuto una telefonata da parte di una donna che si è presentata come la titolare della società Passpartout Congressi, dicendomi che gli era stato affidato il servizio di informazione turistica dei due scali e chiedendo la nostra collaborazione non avendo personale adeguatamente formato da poter impiegare nel servizio». Ruberto, colta alla sprovvista chiede un incontro de visu che avviene il giorno dopo. Come anticipato telefonicamente, la donna le avrebbe spiegato che il dipartimento regionale aveva intenzione di affidarle il servizio, mentre Ruberto l’avrebbe messa al corrente del fatto che la Proloco era in realtà in quel momento la legittima aggiudicataria del bando. Un corto circuito scoperto per caso, che lascia perplessi i responsabili della Proloco e spinge la Passapartout Congressi - una volta fatta la gaffe - ad abbozzare prendendo tempo e dicendo di voler parlare con la Regione, sparendo poi nel nulla. È a quel punto che Ruberto si rivolge all’avvocato e parte l’esposto all’Autorità giudiziaria.

 

Il 9 agosto, intanto, la Sacal inoltra una comunicazione ufficiale alla Proloco in cui sembra però prendere le distanze dall’operato della Regione. Nella nota, la società aeroportuale spiega che il 6 agosto, tre giorni prima, il dipartimento Turismo e Spettacolo l’aveva invitata «ad agire in autotutela», comunicando che per garantire il servizio, per ragioni di interesse pubblico, essendo nel pieno della stagione estiva, avrebbe provveduto direttamente all’organizzazione del servizio di informazione turistica in aeroporto. Di fatto, dunque, la Proloco viene esautorata.

 

E qui sta uno dei nodi nevralgici, perché nel documento la Sacal spiega anche di avere risposto alla Regione contestando «oltre che il merito, la nullità dell’atto ricevuto (la richiesta di sollevare la Proloco dal servizio, ndr) eccependo la carenza assoluta di motivazione», ma prende atto della volontà del dipartimento regionale di affidare in via autonoma e diretta l’organizzazione del servizio. Insomma la Sacal non condivide ma accetta. E la Proloco denuncia: «Dal punto di vista procedurale l’affidamento diretto si può fare ma la società a cui è stato affidato il servizio non ha i requisiti necessari. Non eroga servizi turistici ma si occupa di convegnistica. Nemmeno alla stessa Sacal state fornite le motivazioni della nostra esclusione dopo che ci eravamo aggiudicati il servizio».

 

«La legge 8 articolo 8 del 2014 – insiste la Proloco - elenca i soggetti che possono svolgere il servizio di informazione turistica quando è finanziato con fondi regionali. La Regione può gestirlo in maniera diretta, in collaborazione con altri soggetti, a patto che questi per statuto forniscano informazioni turistiche, cosa non avvenuta in questo caso».
«Si toglie a chi gestisce il servizio dal 2005 e lo fa con volontari per affidare il tutto a un privato che ha ovviamente scopi di lucro», sottolinea l’avvocato Scaramuzzino.
Una vicenda complicata insomma, di cui sicuramente sentiremo ancora parlare. L’affidamento al momento è di soli 60 giorni, bisognerà poi capire come evolveranno le cose.

 

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