Una protesta ad oltranza. Stamane i sindaci della Locride si sono dati appuntamento davanti all’ingresso dell’ospedale di Locri, per rivendicare il diritto ad una sanità più efficiente e funzionale al territorio. Un presidio permanente fuori dal nosocomio locrese che continuerà anche nei prossimi giorni e che si concluderà soltanto quando saranno date delle risposte e soprattutto quando si vedranno delle azioni concrete per risolvere definitivamente una situazione spinosa.

Cosa chiedono i sindaci

Gli undici punti principali della piattaforma, individuata dai sindaci, per continuare a lottare in difesa dei diritti dei cittadini e per costruire un futuro sicuro sono tra le altre cose la costituzione di un’unità strategica per l’ospedale di Locri, un ospedale “spoke”a tutti gli effetti, rispetto della dotazione dei posti letto, adeguamento immediato delle risorse umane, tecnologiche e strumentali di ogni struttura di ricovero, nomina dei primari in tempi brevi e certi, copertura del personale medico e paramedico come da pianta organica, rigida applicazione del piano aziendale, efficientamento del pronto soccorso, ripristino della casa della salute di Siderno, creazione di una rete del 118.

Il sindaco Calabrese: «Non siamo rimasti inermi»

Il sindaco Calabrese ha voluto evidenziare il suo pensiero con queste parole: «Abbiamo fatto tutti i tentativi, attraverso la grande dimostrazione pubblica del 2015; con gli incontri a Roma e per ultimo con quello tenuto a Locri con la presenza di Scura e altri parlamentari. I risultati non si sono visti. Non ci rimane che attuare questo nuovo tentativo, nessuno può dire che siamo rimasti inermi, ci siamo dati da fare, ma hanno orecchie da mercante».

 

LEGGI ANCHE: Ospedale di Locri, i sindaci sul piede di guerra