Quattro ore di interrogatorio per Adriana Teti, dirigente del settore Ambiente del Comune di Vibo, e tre ore per Alfonso Colaci, funzionario dello stesso settore. La sezione di polizia giudiziaria, aliquota carabinieri “Nucleo Ambiente” della Procura, va avanti spedita per far luce su tutte le falle che si sono registrate in questo mese di agosto in tema di raccolta della spazzatura a Vibo Valentia e frazioni, con intere aree del territorio comunale trasformate in discariche. Una situazione di degrado ambientale sulla quale il procuratore capo Bruno Giordano ha intenzione di vederci chiaro e proprio per questo ha affidato ai carabinieri guidati dal luogotenente, Gaetano Vaccari, una specifica delega di indagine che prende in esame l’intero capitolato d’appalto.

 

Gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo sugli interrogatori da poco conclusi, maè chiaro che sui documenti acquisiti la scorsa settimana in Comune, i due responsabili del settore “Ambiente” di palazzo Luigi Razza hanno avuto molto da dire per ricostruire i tanti passaggi che hanno portato alla situazione attuale con rifiuti sparsi ovunque e con conseguente grave pericolo ambientale e violazioni di legge. Polizia giudiziaria e Procura puntano ad individuare le singole responsabilità penali dello sfascio nel settore dei rifiuti ed in tal senso hanno inteso chiedere conto proprio ai due massimi dirigenti comunali del settore.

 

Diversi sono infatti gli atti a loro firma in questa vicenda, ma non è da escludere che l’attenzione degli inquirenti si possa spostare presto anche nei confronti di altre persone da sentire nei prossimi giorni. Ed a “palazzo Luigi Razza” più di qualcuno inizia a non dormire sonni tranquilli. Alfonso Colaci è stato sentito nella sua qualità di direttore esecuzione del contratto con la Dusty. Un capitolato d’appalto del valore di 10 milioni di euro, mentre Adriana Teti quale dirigente del settore Ambiente.

 

Gli investigatori, dallo studio della documentazione acquisita, sembrano aver imboccato una pista ben precisa per “inchiodare” alle proprie responsabilità diverse persone. Una verifica attenta e scrupolosa che gli uomini del luogotenente Gaetano Vaccari, con il prezioso coordinamento e la super-visione del procuratore Bruno Giordano, stanno portando avanti in silenzio ma che sembrerebbe già a buon punto. Alfonso Colaci, che ha il compito specifico di vigilare sull’attività della ditta Dusty (la quale per conto dell’amministrazione targata Elio Costa gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti), ha fra l’altro il fratello Alessandro impiegato nella stessa Dusty con una posizione apicale, essendo il responsabile dei mezzi utilizzati per la raccolta della spazzatura.

 

Un presunto conflitto di interessi “parentale” già denunciato dallo Slai Cobas, mentre l’indagine potrebbe far luce anche sul deposito di rifiuti allestito a Portosalvo dalla Dusty, una postazione che nelle intenzioni doveva essere presidiata per consentire ai residenti della frazione di conferire la differenziata anche fuori dagli orari pervisti per il servizio di porta a porta. Nei fatti la piazzola recintata non è però accessibile ai cittadini e viene invece utilizzata dalla Dusty per stoccare temporaneamente i rifiuti in alcuni cassoni, in attesa che vengano portanti in discarica. Una specie di isola ecologica per la quale, però, allo stato mancano le necessarie autorizzazioni, con conseguente pericolo per l’ambiente.

 

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