Si conclude con una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione la vicenda giudiziaria in cui nell'aprile scorso fu coinvolto il sindaco di Maierà, Giacomo De Marco. Ad ogni modo, nell'inchiesta "Affari in famiglia" la magistratura non mise in discussione il suo ruolo politico; il primo cittadino maieratese, infatti, fu accusato esclusivamente in qualità di imprenditore insieme al figlio Gino, anch'egli imprenditore edile. Originariamente le accuse, mosse dalla procura di Paola, furono di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio, ma quest'ultima decadde quando il caso approdò al tribunale del Riesame di Catanzaro, che annullò la relativa ordinanza. Condannato a 2 anni (pensa sosspesa) il figlio, Gino De Marco. Per entrambi, il giudice del tribunale di Paola ha comunque disposto il dissequestro delle quote societarie e la revoca dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziariaUrsula Geisler, ritenuta dagli inquirenti il prestanome dei De Marco, è stata condannata a 8 mesi di reclusione.

L'inchiesta Affari di famiglia

Come tenne a precisare il procuratore Pierpaolo Bruni durante la conferenza stampa della scorsa primavera, il filone di indagine "Affari in famiglia" nasce a seguito di un'altra inchiesta, denominata "Appalto Amico", che nel luglio 2018 fa portò all'arresto del sindaco Gennaro Marsiglia. Il primo cittadino di Aieta finì nelle maglie della giustizia in qualità di funzionario comunale nel settore finanziario, ruolo svolto in alcuni municipi del Tirreno cosentino, tra cui quello di Maierà. All'epilogo odierno si è arrivati seguendo una pista più ampia che verte sul controllo degli appalti pubblici e che da tempo sul Tirreno cosentino continua a mietere "vittime" illustri.