OPERAZIONE GALASSIA (Video e Nomi) | Dalle indagini emerge la struttura dei “De Stefano-Tegano” che ha progettato la scalata al settore dei giochi on line. Utilizzati metodi mafiosi per recuperare i debiti dei clienti. Ecco il modus operandi
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Danilo Iannì, Domenico Tegano e Francesco Franco. Sono loro, secondo le indagini della Dda di Reggio Calabria i rampolli emergenti delle cosche di ‘ndrangheta che avrebbero stretto accordi con i personaggi in grado di investire nel settore del gioco on line. È quanto emerge dagli atti dell’inchiesta “Galassia”, portata a termine nella giornata odierna e che ha condotto al fermo, in Calabria, di 18 persone. Al sequestro di 23 società estere, 15 società italiane, 24 immobili, 7 automezzi, 33 siti nazionali e internazionali di “gambling on line” ed innumerevoli quote societarie e conti correnti nazionali ed esteri, per un valore complessivo di oltre 723 milioni di euro.
Le indagini della Gdf
Le indagini, originariamente condotte da personale del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e coordinate dal Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Calabria, hanno accertato l’esistenza di una pluralità di associazioni per delinquere operanti sul territorio nazionale nel settore della raccolta del gioco e delle scommesse con i marchi “Planetwin365” (fino al 2017), “Beatland” ed “Enjoybet” (con condotta tuttora perdurante) le quali, in rapporto sinallagmatico con la ‘ndrangheta, da un lato consentivano a quest’ultima di infiltrarsi nella propria rete commerciale e di riciclare gli imponenti proventi illeciti, dall’altro traevano esse stesse significativo supporto per l’ampliamento della propria rete commerciale e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio.
Gli esponenti delle ‘ndrine
Come detto, dunque, Iannò, Tegano e Frano sfruttavano i caratteristici metodi dell’associazione mafiosa, così come la forza d’intimidazione derivante dalla loro appartenenza ai sodalizi ‘ndranghetistici al fine di porre altri in condizione di assoggettamento ed omertà. E per farlo si sono avvalsi del peso criminale delle rispettive figure paterne: Pasquale Tegano (vertice dell’omonima cosca, più volte condannato per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e Roberto Franco - capo dell’omonima “‘ndrina” operante nel rione Santa Caterina di Reggio Calabria e aderente al sodalizio che fa capo alle famiglie “De Stefano-Tegano” - coinvolto, più di recente, nell’operazione denominata “Sistema Reggio” ed attualmente detenuto. Emerge inoltre come le questioni legate ai debiti contratti dai diversi clienti/scommettitori relativi alla concessione di fidi nel settore del gioco e delle scommesse e alla fornitura di sostanze stupefacenti, fossero “agevolmente” risolte grazie al sempre disponibile intervento di soggetti di alto profilo criminale, come Carmelo Consolato Murina e Domenico Aricò.
La disponibilità dei siti on line
Gli approfondimenti investigativi si sono soffermati sulle attività di Danielo Iannì, Domenico Tegano e Francesco Franco che, insieme ad altri soggetti come Santo Furfaro e Francesco Sergi, avevano la disponibilità di siti web illegali “.com” ovvero “.it” (formalmente e/o di fatto riconducibili ai vertici delle società che hanno gestito i marchi “planetwin365” e/o “betaland”) e promuovevano nel territorio di competenza l’attività tipica dei “bookmaker”, organizzando e gestendo la raccolta illegale del gioco e delle scommesse attraverso una ramificata rete commerciale che utilizzava i siti “www.betclu.com”, “www.fullbetter.com”, “www.europabet24.com”, “www.sportbet75.net”, “www.premierwin365.it”, “www.dominobet.it”, “www.futurebet2021.com”, “www.future2bet2021.com” e “www.fsa365.com”.
Avvalendosi dei medesimi siti “.com” l’associazione aveva inoltre sviluppato ulteriori reti commerciali in Toscana, Liguria, Lombardia e nelle province di Siracusa, Catania e Crotone, con il necessario coinvolgimento di ulteriori responsabili.
Il modus operandi
E’ stata così accertata l’esistenza di un articolato sodalizio criminale che – grazie agli accordi territoriali con le organizzazioni mafiose – si è infiltrato nel tessuto economico nazionale, con specifico riferimento al comparto dei giochi e delle scommesse, compiendo una pluralità di violazioni che vanno dalla raccolta fisica delle scommesse in assenza della prevista concessione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, all’utilizzo di siti online “.com” completamente illegali, all’uso dei Centri Trasmissioni Dati (CTD) e dei Punti Vendita Ricariche (PVR), come schermo giuridico fittizio dietro cui celare la raccolta illegale.
Sotto il profilo giuridico, infatti, i CTD e i PVR devono operare alla stregua di un “internet point”, mettendo a disposizione del giocatore gli strumenti e i canali informatici necessari per raggiungere la piattaforma aziendale gestita all’estero, ossia devono limitarsi a svolgere una mera attività di agevolazione del contatto commerciale tra il cliente ed i “bookmaker”, concessionari esteri, senza avere alcuna possibilità di influenza sulla conclusione del contratto di scommessa e, meno che mai, sulla gestione della stessa.
In realtà, si è accertato come siffatta apparente operatività aziendale occultasse la raccolta fisica delle scommesse e dei giochi, sottoposti al sistema concessorio nazionale, attraverso l’apertura, a favore dei singoli punti commerciali, di una serie di “fidi” con conseguenti successive compensazioni delle poste di “dare” ed “avere” (con cadenza mensile, trimestrale o semestrale), a seconda delle vincite accumulate dalla clientela.
Detta rete commerciale aveva una struttura gerarchica a catena che vedeva al vertice i cosiddetti “master”, ovvero l’apice della rete commerciale del “brand” in un determinato territorio, raccogliendo sotto la propria responsabilità, talvolta con ulteriori intermediari, una serie di punti commerciali che si relazionavano direttamente con la clientela.
Ciascuno dei componenti la citata rete commerciale vantava dei profitti in percentuale sul totale del giocato; sicché, prima di essere trasferiti all’estero, agli utili derivanti dalla raccolta (al netto delle vincite dei giocatori) erano sottratte le provvigioni spettanti a ciascuno. Talvolta i “master”, che vantavano il controllo piramidale di un numero significativo di punti commerciali, “bancavano” una quota parte delle scommesse condividendo con il “bookmaker” il rischio d’impresa connesso all’andamento delle attività, così partecipando alle vincite e alle perdite nella percentuale pattuita.
Tale modalità operativa genera sempre un’attività illecita: il cosiddetto “co-banco”, infatti, cela l’esistenza di una società di fatto tra il “bookmaker” ed il “master”, che condividono i rischi economici connessi alla gestione del servizio e che vi conferiscono il primo, il sistema gestionale in remoto ed il secondo, la rete commerciale dedita alla diffusione del prodotto. Ne deriva, allora, come il soggetto gerente il servizio non sia l’apparente concessionario, ma la società di fatto, che utilizza quella concessione per esercitare l’attività di gestione e raccolta dei giochi e delle scommesse.
Tuttavia, poiché tale operazione avviene senza alcuna autorizzazione dell’ADM, ne deriva la realizzazione di una forma vietata di cessione della concessione, ovvero di un suo utilizzo da parte di un soggetto terzo (la società di fatto), che si interpone tra il concessionario e l’utente finale; in entrambi i casi, l’attività di raccolta delle scommesse è esercitata da soggetto privo di concessione ed è, perciò, illecita.
I fermi dell'operazione Galassia
(Procura di Reggio Calabria)
Paolo Carlo Tavarelli, nato a Napoli, 48 anni
Ivana Ivanovic, Jugoslavia, 45 anni
Paolo Simone, Roma, 53 anni
Giuseppe Decandia, Altamura, 43 anni
Domenico Tegano, Reggio Calabria, 25 anni
Bruno Danilo Natale Iannì, Reggio Calabria 25 anni
Domenico Aricò, 50 anni, Reggio Calabria
Carmelo Carminiti, Reggio Calabria, 47 anni
Francesco Franco, Reggio Calabria, 26 anni
Antonio Zungri, Rosarno, 47 anni
David Larussa, Rosarno, 45 anni
Giuseppe Abbadessa, Rosarno, 45 anni
Santo Furfaro, Palmi, 40 anni
Antonio Ricci, Bari, 42 anni
Gabriele Caliò, Catanzaro, 39 anni
Danilo Sestito, Catanzaro, 37 anni
Davide Schermi, 44 anni
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