Quello che per alcuni può essere un gesto irriverente, una goliardata, al massimo un gesto maleducato, in determinati ambienti rischia di scatenare una guerra. Perché un gesto porta il peso di un messaggio e se passa il messaggio sbagliato, si può intaccare l’onorabilità e la capacità di far paura e farsi rispettare da parte di un gruppo criminale. È questo spaccato di cultura mafiosa che racconta uno dei capitoli dell’inchiesta Boreas coordinata dalla Dda di Catanzaro e vergata dai sostituti Elio Romano, Domenico Guarascio e Paolo Sirleo.
Perciò, anche se detta così potrebbe far ridere, una seria frizione tra cariatesi e cirotani è scoppiata nel febbraio 2022 causa di un gestaccio di corna rivolto a un esponente del gruppo di Giorgio Greco, capo promotore della ‘ndrina cariatese. La scena è la seguente: l’uomo si trova davanti a un’officina a Cariati quando passa un autocarro con a bordo soggetti di Cirò, non meglio identificati, uno dei quali rivolge le corna al suo indirizzo. Non l’avessero mai fatto.

L’inseguimento e gli spari

L’esponente del gruppo di Cariati, non indagato in questa inchiesta, si infila in macchina con un amico e si pone all’inseguimento dell’autocarro. I cirotani non accennano a fermarsi così i cariatesi – infuriati per essere stati offesi nel proprio territorio – afferrano un fucile che stava in macchina e sparano contro i cirotani. Un colpo di fucile, all’altezza di Torretta di Crucoli, e l’autocarro si blocca. È a questo punto che i cariatesi scendono e malmenano quelli di Cirò.

La commissione di ‘ndrangheta

A questo punto scoppia l’incidente diplomatico che porta i protagonisti di questa lite a dover esporre le proprie ragioni davanti a una sorta di “commissione” di ‘ndrangheta. Un aspetto, questo, che mette in risalto la natura verticistica delle cosche.
A dover rispondere per i cariatesi sarà Antonio Mangone, che sostituisce il capo cosca Giorgio Greco che è assente. Mangone si presenta a Cirò insieme ad Alfonso Cosentino detto Fofò e presenta le proprie ragioni davanti alla commissione di maggiorenti.

Gli “scioddati”

Nel corso di una conversazione con Greco, Magone afferma che i protagonisti cirotani della vicenda sono degli “scioddati”, cioè dei soggetti senza arte né parte che si erano presi il lusso di recarsi a Cariati per mancare di rispetto e che se quel giorno li avesse avuti sotto mano avrebbe dato seguito a un’azione violenta. Mangone definisce, inoltre «una guerra» il giorno in cui ha dovuto parlare con la “commissione” perché, secondo lui, i cariatesi erano stati messi dalla parte del torto e quando è arrivato lui (Mangone) è calato il «gelo».

Ragazzini senza curriculum criminale

Mangone è convinto che il rappresentante dei cirotani si sia accordato nonostante avesse torto, e i suoi uomini avessero mancato di rispetto al clan di Cariati. Greco e il suo braccio destro se la prendono con i ragazzetti di Cirò che fanno i guappi e non hanno alcun curriculum criminale, anzi, non si sono nemmeno fatti abbastanza anni di galera (secondo Greco devono essere almeno 20 anni) per poter parlare.

Se la gente pensa che «qua non comandate proprio nulla»

Intanto l’onore era stato scalfito perché a Cariati tutti gli appartenenti al clan parlavano della scorribanda e del fatto che persone venute da fuori si erano permesse di entrare nel paese e fare il proprio comodo. Un cattivo esempio che avrebbe potuto mettere in discussione il potere criminale del clan e la gente avrebbe potuto pensare «.. qua non comandate proprio nulla?!».