Prosegue l’indagine sulla gestione del servizio in città. Intanto i carabinieri del Nucleo ambiente sono tornati a Palazzo Razza dopo gli interrogatori dei giorni scorsi
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Procede spedita l’inchiesta sulla gestione dei rifiuti a Vibo Valentia. Nuova copiosa documentazione è stata infatti acquisita dalla sezione di polizia giudiziaria, aliquota carabinieri “Nucleo Ambiente” della Procura, negli uffici del Comune di Vibo Valentia. Nel mirino, ancora una volta, il settore Ambiente di “palazzo Luigi Razza” diretto dalla dirigente Adriana Teti che è stata interrogata nei giorni scorsi in due distinte occasioni per un totale di oltre sei ore di domande e risposte. Diversi gli aspetti sui quali si sta concentrando l’inchiesta, coordinata dal procuratore Bruno Giordano e condotta sul campo dagli uomini del luogotenente Gaetano Vaccari. Tante le cose che non tornano alla luce degli interrogatori sinora resi dalle persone ascoltate.
Interrogatori chiave
Oltre ad Adriana Teti, altre sei ore di interrogatorio hanno interessato il comandante della polizia municipale Filippo Nesci, e poi il direttore tecnico della ditta Dusty Davide Golino ed alcuni operai, oltre all’ex assessore all’Ambiente Giuseppe Russo, dimissionario nei mesi scorsi, il quale aveva scaricato non poche responsabilità sulla ditta che ha in appalto la raccolta dei rifiuti in città e la pulizia di strade ed aiuole. In tal senso, gli ultimi preziosi interrogatori – ai fini dell’inchiesta – hanno riguardato tre dipendenti del settore Ambiente di “palazzo Luigi Razza”. Dipendenti che lavorano a stretto contatto con la dirigente Adriana Teti e con Alfonso Colaci, con quest’ultimo che aveva il compito specifico di vigilare sull’attività della ditta Dusty, la quale per conto dell’amministrazione targata Elio Costa gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti essendosi aggiudicata l’appalto del valore di dieci milioni di euro in tre anni. Un incarico, quello di Alfonso Colaci, svolto sino a martedì, quando ha deciso di rassegnare le dimissioni. Nei giorni scorsi anche lui era stato interrogato a lungo dai carabinieri del “Nucleo Ambiente”. Resta da capire ora da chi sarà sostituito al Comune nella funzione di vigilanza sull’operato della ditta Dusty. Alfonso Colaci era infatti una figura “chiave” nel complesso sistema di controlli sulla gestione dei rifiuti in città. Gestione sulla quale l’inchiesta della Procura mira a fare luce, con le ultime tre testimonianze di dipendenti di “palazzo Luigi Razza” che vanno a completare un “quadro” a tinte fosche che non sta facendo dormire sonni tranquilli a più di qualcuno al Comune di Vibo.
Vibo Valentia nel degrado
A farne le spese, per una situazione di degrado ambientale con pochi precedenti, è un’intera città che vede qualche strada pulita solo negli ultimi giorni e solo dopo l’inchiesta della Procura. Moltissimo resta però da fare quanto a pulizia dalle erbacce in gran parte della città e delle frazioni, mentre l’indagine prosegue e sta facendo venire a galla ogni singola responsabilità per reati consumati contro l’ambiente e la salute pubblica, con mancati controlli e la consumazione di altre fattispecie di reato sulle quali molto utile potrebbe rivelarsi la nuova e copiosa documentazione acquisita al Comune di Vibo e che si trova ora sotto la "lente d'ingrandimento" del procuratore Bruno Giordano e della sezione di polizia giudiziaria, aliquota carabinieri "Nucleo Ambiente".
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