Il presidente della Regione commenta l’inchiesta “Libro nero”: «Si conferma la necessità di proseguire in una lotta intransigente contro la criminalità organizzata»
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«Le informazioni fornite dalla stampa sui provvedimenti promossi dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria fanno emergere inquietanti rapporti tra la mafia, settori della pubblica amministrazione e della politica. Dinanzi a tali episodi si conferma la necessità di proseguire in una lotta intransigente contro la mafia. Mai come in questo momento non bisogna abbassare la guardia». Così una nota del governatore Mario Oliverio sull'inchiesta Libro nero che ha visto coinvolti esponenti politici di spicco della regione.
«La nostra azione, nel corso di questi anni – prosegue il presidente -, è stata ispirata ed improntata a questo principio cardine: lotta alla mafia ed alla corruzione come condizione per liberare la Calabria da un'atavica crisi sociale e illegalità diffusa. Nella stessa inchiesta c'è uno specifico provvedimento che riguarda il capogruppo al Consiglio regionale Sebi Romeo per un'ipotesi di reato che, per come precisato dallo stesso Procuratore della Repubblica, dott. Giovanni Bombardieri, non ha nulla a che vedere con reati di mafia».
Alla luce di quanto esposto, Oliverio si augura che «l'indagine possa definirsi in tempi rapidi. Confido che sin dalle immediate successive fasi di indagine Sebi Romeo chiarisca la propria posizione in relazione alle accuse contestate», ha concluso il governatore.
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