Dai controlli a raffica effettuati dai carabinieri del Nas, il Nucleo antisofisticazione, in tutta Italia, emerge un quadro preoccupante sulla qualità dei servizi mensa anche nelle scuole. Le operazioni hanno portato al sequestro o la sospensione di 21 imprese di catering (valore economico stimato in circa 3 milioni di euro) a causa di «rilevanti carenze igienico-sanitarie e strutturali». Sequestrati anche 900 chili di derrate alimentari tra cui carni, formaggi, frutta, ortaggi e olio custoditi in cattive condizioni sanitarie e in ambienti inadeguati. Sono alcuni dei risultati dei controlli messi a segno, con l'avvio dell'anno scolastico 2019-2020, dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute che, insieme al ministero della Salute, ha realizzato un piano di controllo nazionale finalizzato alla verifica dei servizi di ristorazione e delle imprese di catering assegnatari della gestione mense nelle scuole italiane da nord a sud.

Controlli a tappeto nelle mense scolastiche di tutta Italia

L'operazione riguarda diverse procure del Paese - Udine, Firenze, Pescara e Ancona, Potenza, Catania. L'obiettivo del monitoraggio era quello di accertare la regolarità dei servizi nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, partendo dagli asili nido fino agli istituti superiori. Le verifiche, in corso da settembre, hanno portato ad ispezioni in 968 aziende di ristorazione collettiva all'interno di mense scolastiche, di cui 198 hanno evidenziato irregolarità (quasi una su cinque), determinando la contestazione di 25 violazioni penali e 247 amministrative alle normative nazionali e comunitarie, con conseguenti sanzioni pecuniarie per 204mila euro. Spesso nelle mense non c'era tracciabilità degli alimenti, fondamentali per prevenire possibili intossicazioni, e non venivano indicati nei menù esposti gli allergeni dei prodotti: «Le diete speciali venivano preparate in modo indistinto con le pietanze convenzionali».

Utilizzo di prodotti inferiori e più convenienti

La contestazione più frequente è stata quella di aver utilizzato prodotti inferiori a ciò che era stato dichiarato nei contratti di fornitura stipulati con i Comuni, «al fine di trarre un illecito profitto lucrando sulla differenza di costo della materia prima utilizzata nella preparazione dei pasti». Con frequenza gli alimenti Dop (di origine protetta) o biologici (formaggi, olio extravergine, prosciutto) erano sostituiti con altri più convenienti e meno proteici. In alcuni casi venivano utilizzati carni o vegetali surgelati invece di quelli freschi dichiarati in contratto.

 

A Pescara sono stati denunciati quattro legali responsabili di altrettante aziende che fornivano normale olio extravergine di oliva in luogo di quello biologico di produzione italiana, quindi parmigiano confezionato anziché porzioni di parmigiano Dop di stagionatura superiore. Un'impresa di Firenze presentava scaffalature arrugginite, guarnizioni dei frigoriferi sporche e parzialmente rotte. E' stata sospesa l'attività di un punto di cottura di Potenza per il trattamento inadeguato dei prodotti senza glutine. Il legale responsabile di un'azienda di Caserta aveva abusivamente adibito un'autorimessa a deposito di alimenti. A Catania è stato denunciato il titolare di un esercizio di ristorazione per aver abusivamente avviato un'attività di catering in una scuola primaria senza che il Comune glielo avesse affidato.