Il Washington Post riferisce di un'intesa imminente per il rilascio di decine di donne e bambini da Gaza in cambio di cinque giorni di pausa nei combattimenti. Ma gli Usa frenano: «Non c'è ancora niente»
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Israele, Hamas e Stati Uniti sarebbero vicini a un accordo preliminare per la liberazione di decine di donne e bambini ostaggi a Gaza in cambio di cinque giorni di pausa nei combattimenti. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali il rilascio degli ostaggi dovrebbe iniziare nei prossimi giorni.
In base all'accordo, contenuto in sei pagine, tutte le parti si impegnano a congelare le operazioni di combattimento per almeno cinque giorni mentre 50 o più ostaggi vengono rilasciati in gruppi ogni 24 ore. La sorveglianza aerea monitorerà i movimenti sul terreno.
Ma la Casa Bianca frena: «Non c'è ancora nessun accordo» fra Israele e Hamas sugli ostaggi ma «continuiamo a lavorare duro per arrivarci». Così ha precisato la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, su X.
Biden contro le violenze dei coloni israeliani in Cisgiordania
Intanto il presidente Usa Joe Biden ha chiesto ai suoi più stretti collaboratori di preparare il divieto di visti e sanzioni per i coloni israeliani estremisti che attaccano i palestinesi in Cisgiordania.
In una comunicazione, indirizzata fra l'altro al segretario di stato Antony Blinken e a quello al Tesoro Janet Yellen, Biden chiede di mettere a punto «opzioni per un'azione rapida contro i responsabili di violenza in Cisgiordania» ritenendoli una «seria minaccia» alla pace fra israeliani e palestinesi e una forza destabilizzante nel Medio Oriente.
Nel mirino di Biden - riporta Politico citando la comunicazione inviata a Blinken e Yellen - ci sono persone o entità che «direttamente o indirettamente si sono impegnate in azioni o politiche che minacciano la sicurezza o la stabilità della Cisgiordania»; coloro che «agiscono per intimidire i civili in Cisgiordania con l'obiettivo o l'effetto di un ricollocamento forzoso»; o coloro le cui azioni «costituiscono abusi dei diritti umani e azioni che ostacolano il raggiungimento della soluzione dei due Stati».
L'Iran: «La comunità internazionale responsabile del genocidio»
Mentre dall’Iran si leva l’accusa del ministro degli Esteri Nassar Kanani, citato dall'agenzia Irna: «All'ombra dell'inerzia dei Paesi del mondo e delle organizzazioni internazionali sul genocidio di Israele nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, il regime sionista commette nuovi crimini e massacra palestinesi ogni giorno, perfino nei campi profughi».
Kanani, scrive l'Irna, ha quindi fatto appello alla comunità internazionale «perché si sentano responsabili nei confronti di questo problema» e ai Paesi islamici perché adottino misure «urgenti e preventive» contro quello che chiama «un palese genocidio e crimini selvaggi commessi da Israele».
Un piano di evacuazione per l'ospedale di al-Shifa a Gaza
All'ospedale di al-Shifa di Gaza erano rimasti ieri sera 291 pazienti e 25 operatori sanitari, per i quali l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sta studiando un piano di evacuazione immediata e totale.
Come anticipato ieri dal capo dell'Oms Tedros Ghebreyesus, l'organizzazione ha effettuato ieri una missione presso l'ospedale, da giorni bersaglio di raid dell'esercito israeliano, definendolo ormai una «zona di morte».
«L'Oms e i suoi partner - ha affermato l'organizzazione in una nota - stanno sviluppando urgentemente piani per l'evacuazione immediata dei pazienti rimasti, del personale e delle loro famiglie».