L'esercito ha distribuito dei volantini in cui avvertiva i palestinesi di fuggire «immediatamente» verso sud. Il presidente alla nazione: «Vincere o cessare di esistere. L'obiettivo è demolire Hamas»
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«È il momento della verità: vincere o cessare di esistere». Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un discorso alla nazione. «La guerra dentro Gaza sarà dura e lunga - ha aggiunto -, sarà la nostra seconda guerra di indipendenza. Vogliamo restituire agli assassini quello che hanno fatto».
«Siamo entrati a Gaza in maniera ponderata nella preoccupazione per la sorte dei nostri soldati. Siamo entrati nell'avamposto della cattiveria: il nostro obiettivo - ha aggiunto - è demolire Hamas e riportare indietro gli ostaggi».
Le sirene di allarme anti razzi da Gaza sono risuonate nel pomeriggio a Tel Aviv e nella zona centrale di Israele mandando la gente nei rifugi. In aria si sono sentite numerose esplosioni causate dall'intercettazione dei razzi da parte dell'Iron Dome.
La regione di Gaza City «è diventata un campo di battaglia. I rifugi nel nord e nell'intero governatorato di Gaza City non sono sicuri», è l'avvertimento lanciato dall'esercito israeliano ai civili palestinesi attraverso dei volantini, in cui si chiede ai residenti di andarsene «immediatamente» verso sud.
Secondo il ministero della Sanità di Hamas, sono ad oggi 7.703 le persone uccise a Gaza dall'inizio di questa fase del conflitto con Israele, avvenuto lo scorso 7 ottobre.
«La vostra finestra di opportunità si sta chiudendo», ha avvertito il portavoce militare Daniel Hagari, con un messaggio in inglese sulla piattaforma X. «L'umanità resta impressionata dal massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre: un massacro - ha affermato - di vite innocenti, uomini, donne, bambini e bebè, con la testa mozzata, uccisi, violentati, bruciati vivi. Noi non lo dimenticheremo, né dimenticheremo il rapimento di oltre 200 ostaggi».
«Bisogna partire subito verso le zone a sud del Wadi Gaza», il fiume che attraversa il territorio da est a ovest. «Gli obiettivi di questa guerra richiedono una operazione di terra». Lo ha detto il capo di stato maggiore Herzi Halevi secondo cui «i migliori soldati stanno operando adesso a Gaza». Aggiungendo: «Il nemico ha molte centinaia di morti».
Il premier Benyamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo di stato maggiore Herzy Halevi faranno una dichiarazione alla stampa questa sera.
Guterres: «Sorpreso da un'escalation senza precedenti»
«Incoraggiato da quello che sembrava essere un crescente consenso sulla necessità di almeno una pausa umanitaria in Medio Oriente, sono rimasto invece sorpreso da un'escalation di bombardamenti senza precedenti, che minano gli obiettivi umanitari». È il tweet del segretario generale Onu Antonio Guterres. «Ribadisco il mio appello per un immediato cessate il fuoco umanitario, insieme al rilascio incondizionato degli ostaggi e alla consegna di aiuti di livello corrispondente ai drammatici bisogni della popolazione di Gaza, dove una catastrofe umanitaria si sta consumando davanti ai nostri occhi», aggiunge.
Erdogan: «Occidente principale responsabile»
Recep Tayyp Erdogan si scaglia contro l'Occidente: «È il principale responsabile del massacro», ha detto alla manifestazione in favore dei palestinesi a Istanbul, che ha richiamato in piazza centinaia di migliaia di persone. Erdogan - secondo quanto riporta la Tass - ha poi annunciato che il suo Paese sta lavorando per dichiarare Israele «criminale di guerra».
Israele: «Da ieri una nuova fase della guerra»
L'operazione nei confronti di Hamas a Gaza continuerà «fino a che non saranno emessi nuovi ordini», ha detto il ministro della difesa Yoav Gallant secondo cui «la notte scorsa abbiamo passato a Gaza una nuova fase della guerra».
«La terra nella Striscia ha tremato, abbiamo attaccato da terra e da sottoterra. Abbiamo colpito i terroristi a tutti i livelli e ovunque. Gli ordini alle forze armate sono chiari, continuare l'operazione fino a nuove disposizioni», ha concluso dopo aver presieduto una riunione con il capo di stato maggiore Herzi Halevi, i vertici della difesa e della sicurezza.
Onu, colpito il quartiere generale di Unifil in Libano
Il quartiere generale di Unifil, la missione Onu in Libano di cui fanno parte un migliaio di soldati italiani, è stato colpito nel primo pomeriggio da almeno un colpo di artiglieria senza fare vittime ma solo danni materiali. Lo ha detto all'Ansa Andrea Tenenti portavoce di Unifil. Fonti dell'intelligence militare libanese affermano che il proiettile, del calibro di 155 mm, è provenuto da Israele e ha colpito la base Onu di Naqura, a ridosso della Linea di demarcazione tra Libano e Israele.