Settemila chilometri di distanza non hanno per nulla diminuito l’impatto della lezione che in videoconferenza da Toronto Antonio Nicaso ha tenuto al Master in Intelligence dell’Università della Calabria. Nicaso, che insegna Storia sociale della criminalità organizzata alla Queen’s University in Canada, è stato presentato dal Direttore del Master Mario Caligiuri.
Alla lezione hanno anche assistito il Rettore dell’Università della Calabria Gino Crisci, il Prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao e il procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, che è autore con Nicaso di numerosi studi sulla ‘ndrangheta e la criminalità organizzata.


Nella lezione l’esperto ha parlato di ‘ndrangheta e della sua capacità di adattamento e di relazione: «La ‘ndrangheta più che un modo di essere è un modo di fare in grado di radicarsi anche in territori lontani da quelli di origine, grazie alla coesione dei vincoli interni e alla forza delle relazioni esterne».
Secondo Nicaso, per capire l’importanza delle relazioni esterne o delle cosiddette «condotte agevolatrici», bisognerebbe tenere conto della capacità della ‘ndrangheta di fare sistema e di entrare nei circuiti legali dell’economia, andando a relazionarsi con ambienti più elevati di tipo politico e istituzionale, al Nord come al Sud.


«Chi era convinto - ha sostenuto - che il Mezzogiorno fosse l’unico ambiente funzionale alle mafie è stato costretto a ricredersi. Le regioni del Nord, soprattutto quelle più ricche, da tempo, garantiscono sponde funzionali al riciclaggio e all’investimento di capitali mafiosi, proprio in virtù delle relazioni che i boss intrecciano con individui esterni all’organizzazione».
Nicaso ha poi tracciato una breve panoramica storica e sociale della ‘ndrangheta, sottolineando come le collusioni esterne siano state un elemento costitutivo di questa potente organizzazione, sin dal 1869, quando vennero annullate per infiltrazioni criminali le elezioni amministrative di Reggio Calabria.


Il docente, giornalista e scrittore Italo-canadese ha concluso spiegando che «per comprendere la ‘ndrangheta bisogna ragionare per sottrazione: senza capitale sociale non ci sarebbe radicamento territoriale e senza colletti bianchi si farebbe fatica a investire nell’economia legale i profitti del narcotraffico».