Otto condanne e 11 assoluzioni. È questo l’esito della sentenza emessa questa mattina dal tribunale di Palmi nei confronti degli imputati coinvolti nell’inchiesta “Propaggine”

Queste le pene decise dai giudici, che hanno accolto quasi in pieno le richieste della Procura: Antonio Alvaro 14 anni di reclusione, Domenico Alvaro 17 anni, Alfredo Ascrizzi 12 anni, Francesco Carmelitano 14 anni, Francesco Luppino 14 anni, Antonino Penna 20 anni, Carmine Penna 17 anni, Carmelo Versace 16 anni.

Assolti Maurizio Rustico (l’unico per il quale non era stata richiesta l’assoluzione), Nicola Alvaro (deceduto), Carmela Penna, Giovanni Penna, Carmelo Alvaro, Giuseppe Alvaro, Vincenzo Casella, Palermino Durante, Angelo Rechichi, Antonio Carzo e l’ex sindaco di Cosoleto Antonino Gioffrè. Il primo cittadino era stato arrestato nell’operazione scattata il 10 maggio 2022 con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso e favoreggiamento aggravato. 

Le dichiarazioni dell’ex sindaco Gioffrè

«Oggi segna un momento cruciale della mia vita e la conclusione di un incubo che ha profondamente impattato me, i miei cari e la comunità in cui ho sempre vissuto», dichiara Antonino Gioffrè commentando la decisione dei giudici.

«Dopo tre anni di processo e sedici mesi di arresti domiciliari, sono felice di annunciare la mia piena assoluzione, poiché il fatto non sussiste. Questa decisione, che accoglie la richiesta della procura, mi offre sollievo, anche se non posso nascondere l’amarezza per quanto accaduto – prosegue –. Il mio arresto è avvenuto in un clima di pesanti accuse e ha portato allo scioglimento del comune per presunti legami mafiosi, creando un'onta non solo per me, ma anche per l'intera comunità che ho cercato di servire. È inaccettabile che una persona onesta, impegnata nel bene della collettività con passione e dedizione, debba subire un prezzo così elevato. Infatti, accusato di "scambio politico mafioso" senza prove concrete, sono stato vittima di affermazioni congetturali molto gravi».

«Desidero ringraziare sinceramente i miei avvocati, il dottor Carlo Morace e il dottor Angelo Fortunato Schiava; la loro professionalità e dedizione nel dimostrare la mia innocenza sono state fondamentali in questa battaglia legale – aggiunge Gioffrè –. Sono grato per il loro costante supporto e per la fiducia che hanno riposto in me. Questa esperienza, sebbene traumatica, ha rafforzato la mia determinazione a lottare per un territorio che merita prosperità e giustizia. Dobbiamo riconoscere che non siamo solo vittime delle organizzazioni mafiose, ma a volte anche delle istituzioni. Pertanto, non possiamo limitare la nostra visione a semplici accuse, poiché le operazioni di polizia che utilizzano tecniche invasive possono basarsi su illazioni dannose, rendendo tali comportamenti decisamente inaccettabili in una democrazia. È evidente che la giustizia necessita urgentemente di riforme; basta con i casi di errori giudiziari».

«Per questo motivo, ribadisco il mio impegno a servire il territorio e a lavorare per il suo rilancio. È fondamentale che verità e giustizia prevalgano nei nostri sforzi per costruire una società più equa. Oggi, con rinnovata determinazione, volto pagina e guardo con speranza al futuro, pronto a contribuire al bene comune – conclude –. Desidero esprimere la mia profonda gratitudine a chi mi ha sostenuto in questo difficile percorso; il vostro supporto è stato fondamentale. Spero sinceramente di essere l'ultimo a subire ingiustamente accuse infondate e devastanti».