La Guardia di finanza acquisisce nuovi atti in merito all'inchiesta che coinvolge l’ex presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini. E spunta un nuovo indagato VIDEO
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Nuovi risvolti sull'inchiesta che coinvolge il giudice Marco Petrini. Ci sarebbe anche un nuovo indagato. Si tratta di Massimo Sepe, cancelliere della commissione tributaria provinciale, accusato di corruzione in atti giudiziari.
Le accuse contestate
Nel dettaglio secondo l'accusa Marco Petrini in servizio alla Corte d'Appello di Catanzaro e presidente della Commissione tributaria provinciale di Catanzaro accettava in più occasioni prima la promessa e poi riceveva da Massimo Sepe, cancelliere della Commissione tributaria, costosi orologi del tipo Panerai, Hublot, Rolex e Cartier, in cambio del suo interessamento finalizzato ad ottenere l'accoglimento dei ricorsi presentati dai contribuenti avverso gli avvisi dell'Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza.
Perquisizioni a Catanzaro
Perquisizioni sono in corso nella sede della Commissione tributaria provinciale di Catanzaro, dove questa mattina le Fiamme Gialle di Crotone sono tornate per acquisire nuovi atti sull’inchiesta che riguarda l’ex presidente di sezione della Corte d’Appello Marco Petrini. Il giudice è accusato di corruzione in atti giudiziari per aver ricevuto denaro, sesso e favori al fine di intervenire sulle sentenze.
L'inchiesta sul giudice Petrini
Nelle scorse settimane, il magistrato (arrestato nell'ambito dell'inchiesta Genesi) non ha solo confermato ogni circostanza di tutti gli episodi contestati ma ne ha narrati di nuovi tutti profumatamente pagati a suon di denaro contante, della promessa di appartamenti a Milano, bracciali in brillanti e autovetture (una Smart), tutti doni da destinare ai suoi due figli.
Il sesso con due avvocati
Secondo quanto documentato dall’inchiesta della Procura di Salerno, aveva due avvocati donne con le quali intratteneva relazioni sentimentali e sessuali. Ed entrambe sono finite all’interno dell’inchiesta, nella qualità di indagate.
Quanto emerso dall’indagine appare granitico: a supporto della tesi della Procura, infatti, vi sono intercettazioni ambientali ed anche video che, in alcuni casi, documentano in maniera incontrovertibile l’avvenuta consumazione di rapporti sessuali all’interno degli uffici di competenza del giudice Petrini.