Si è costituito nei giorni scorsi l’area interna (con tanto di tessera in tasca) Democratici per la Calabria. L’obiettivo è riaprire il dialogo con territori e alleati ed abbattere lo status quo
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Un Partito democratico alternativo che vuole sostituirsi a quello sulla carta o uno in più tra i mille rivoli del Partito democratico calabrese?. Nei giorni scorsi a Spezzano Albanese è stata costituita l’area politica interna al partito denominatasi “Democratici per la Calabria”. Tutti attibisti che senza mezzi termini vanno all’attacco frontale della classe dirigente del partito, rea, a loro dire, di essere interessata solo alla sopravvivenza politica – ma, attenzione, nelle istituzioni – di alcuni dirigenti.
Quella di DpC sembra, quindi, una “chiamata alle armi” per gli scontenti, tutti quelli che non si ritrovano sotto la guida di Nicola Irto ed in provincia di Cosenza di Vittorio Pecoraro. Una sorta di opa interna che potrebbe creare una definitiva – e trasversale – frattura all’interno del Partito democratico calabrese. Ma di certo col presupposto base della tessera in tasca, cosicché si partecipi attivamente alla vita democratica del partito per cambiare lo status quo.
Questa nuova costola nasce da una scissione verificatasi a Corigliano Rossano nei mesi scorsi, con le dimissioni di massa della maggior parte dei dirigenti, ed un documento di “protesta” inviato alla Schlein – sottoscritto anche da altre anime calabresi – tutte in aperta contestazione coi vertici locali e provinciali e regionali.
«Tutti i presenti – riferisce una nota dei “Democratici per la Calabria” – hanno sostenuto la necessità di continuare il percorso intrapreso (a Corigliano Rossano, ndr) e visto i tanti sottoscrittori che hanno anche inteso prendere o riprendere la tessera del partito, si è deciso all’unanimità di costituirsi come area politica all’interno del Pd».
«Dpc ha come obiettivo fondamentale di rilanciare un Pd che in Calabria vive da anni una crisi politica, elettorale e organizzativa strutturale – prosegue la nota – che rischia di essere irreversibile, come del resto già denunciato in maniera dettagliata, nel documento inviato alla segretaria nazionale».
Nella nota fanno intendere chiaramente la mancanza di confronto con l’aggravante di decisioni calate dall’alto, il tutto corroborato da dirigenti interessati solo a difendere le loro poltrone.
«Zero confronto, interessano solo le postazioni»
Il fine, per DpC, è «riaprire un confronto libero ed aperto, cosa che manca ormai da anni, in un partito destrutturato e in profonda crisi politica ed organizzativa, diretto e controllato da gruppi dirigenti interessati solo e soltanto ai loro posizionamenti politici e soprattutto istituzionali. Ma ancora più importante per i Democratici per la Calabria è riportare nel Pd e/o costruire un rapporto con tutte quelle forze che in questi ultimi anni si sono allontanate o sono state costrette ad allontanarsi e che hanno preferito proseguire la loro militanza, il loro impegno politico e civico nelle tante associazioni e movimenti che negli anni recenti si sono costituiti nella nostra Regione».
Volendo interpretare il pensiero dei fondatori,sotto l’egida di DpC, si potrebbero ritrovare tutti quelli che si sono allontanati dal Pd ed hanno comunque continuato a fare politica sotto spoglie civiche.
E per questo, «pur ritenendo meritevole ed importante il ruolo di supplenza politica che queste associazioni e movimenti hanno fornito e forniscono al tessuto democratico istituzionale della Calabria – vanno avanti – è necessario che i partiti del centrosinistra e soprattutto il Pd tornino a svolgere le proprie funzioni e ad essere punto di riferimento per la costruzione di un’alleanza sociale e politica credibile ed alternativa al centrodestra calabrese».
«Al momento – proseguono – tranne un documento congiunto tra AVS e 5Stelle, il Pd calabrese marca una totale assenza da ogni tipo di confronto ed iniziativa politica sulle prospettive elettorali future per centrosinistra in Calabria, tutto ciò nonostante l’appello di pochi mesi fa da parte di Elly Schlein a Mormanno di arrivare in tempi stretti alla definizione delle alleanze e della scelta degli uomini».
«Dirigente e segretario regionale agiscono per interessi»
Poi la durissima mazzata alla classe dirigente regionale mettendo in discussione anche Nicola Irto. «La situazione difficile e complessa finora descritta è aggravata dalla assenza di direzione politica ed organizzativa del partito. Un gruppo dirigente ed un segretario regionale che agiscono non in funzione degli interessi del Pd e del centrosinistra nelle singole realtà territoriali, ma in base a trasversalismi finalizzati agli interessi ed alla protezione di gruppi legati a singoli dirigenti di partito o pseudo tali».
I casi Corigliano Rossano e Lamezia Terme
A dimostrare questa tesi “Democratici per la Calabria” cita i casi Corigliano Rossano e Lamezia Terme. Sullo Ionio, «nonostante la vittoria clamorosa del centrosinistra nella città, il Pd ha subito una pesante sconfitta storica elettorale raggiungendo solo il 3,6%, e risultando ultima lista in assoluto in termini di voti e percentuali. Inoltre dopo le dimissioni della maggioranza del direttivo che ha sfiduciato il segretario eletto dallo stesso organismo, tutto è bloccato per volontà del segretario regionale e per insipienza di quello provinciale, il che arreca ulteriore danno politico e di immagine a quel poco che è rimasto del Pd in quella città».
A Lamezia, dove si voterà tra qualche mese, «il direttivo cittadino del circolo del Pd è stato sciolto e poi commissariato solo perché aveva indicato come candidato a sindaco per il centrosinistra Doris Lo Moro, storica dirigente del Pd, ex parlamentare ed assessore regionale, perché non gradita ad alcuni dirigenti regionali o pseudo tali, creando un vuoto politico che rischia di essere esiziale per il centrosinistra. Una parzialità nelle scelte operate in entrambi i casi e contrastanti che immettono sfiducia e discredito nell’opinione pubblica ed ulteriore distacco tra coloro, purtroppo sempre di meno, che vogliono impegnarsi concretamente nel Pd».
Nei prossimi giorni Democratici per la Calabria muoverà nuovi passi, promuovendo «una serie d’incontri nei territori della provincia di Cosenza per discutere con iscritti simpatizzanti, associazioni e movimenti e per rilanciare la discussione e l’iniziativa politica per il rafforzamento del centrosinistra e soprattutto aprire una discussione all’interno del Pd, un partito ormai in crisi da troppo tempo».