Dai brogliacci dell’inchiesta Ostro emerge l’esistenza di un manoscritto con le somme versate da tutti i sodali. Diciassettemila euro in pezzi da 20 e da 10 consegnati in 24 ore
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Come si fa a ripulire due milioni di euro intrisi di muffa? È la domanda che il sette marzo 2021 viene rivolta Cesare Antonio Arcorace considerato uomo di fiducia del boss Cosimo Damiano Gallace. Arcorace risponde di portargli un paio di banconote per poterle esaminare e decidere il da farsi. Il denaro si è ammuffito perché – è l’ipotesi della Dda di Catanzaro – è stato sotterrato. D’altronde non è la prima volta che i carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro – nel corso dell’inchiesta Ostro sulla cosca Gallace di Guardavalle – carpiscono conversazioni nelle quali si parla di contanti nascosti sottoterra. Il sei settembre 2020, per esempio, è sempre Arcorace che domanda a un tale “Maradona” se avesse sotterrato i soldi.
Diciassettemila euro in pezzi di piccolo taglio
La cosca, stando alle intercettazioni, disponeva di parecchio denaro contante in banconote di vario taglio, meglio se di piccolo taglio. Per esempio a marzo 2021 Cosimo Andreacchio riferiva a Rocco Moreno Riitano di possedere 2000 euro in tagli da 5 euro e 10mila euro in taglia da 50 euro.
Riitano, di rimando, faceva saper di aver bisogno di 17mila euro in banconote di diverso taglio. Ventiquattro ore dopo Andreacchio rassicurava il sodale che gli avrebbe portato 50 pezzi con taglio da 20 e 100 pezzi con tagliola 10. Una promessa probabilmente mantenuta visto che il quattro marzo Andreacchio chiedeva se il contante consegnato soddisfacesse le aspettative.
Il lavoro fuori dal carcere per l’amico dei Gallace
I Gallace hanno dimostrato, dice la Dda, di possedere risorse abbondanti e sufficienti per mantenere i detenuti. Gli esempi raccolti sono diversi. Come il denaro che Ivano Piperissa, su incarico di Domenico Vitale classe ’69, avrebbe consegnato affinché un tale detenuto “Donald” venisse assunto come addetto alle pulizie degli uffici e degli spazi verdi del carcere ove il loro uomo era recluso. Donald, dal canto suo, si sarebbe interessato per inserire l’amico dei Gallace in una cooperativa che gli consentisse di effettuare del lavoro all’esterno della casa circondariale.
Il manoscritto
Dalle intercettazioni è emerso che la cosca possedeva un manoscritto chiamato “la tua cassa” nel quale erano elencati gli appunti di tutte le somme versate dai sodali nella bacinella comune, parte delle quali erano frutto di usura. A novembre 2020 da uno scambio di messaggi tra Nicola Chiefari, classe ’73, e Domenico Vitale, classe ’69, veniva fuori che la rimanenza della cassa era di 105.340 euro parte dei quali dovevano essere destinati a un sodale legato ai Vitale, all’epoca detenuto.