«La Germania non ha voluto prendere coscienza della presenza della ‘ndrangheta, nonostante io li avessi avvertiti già 10 anni prima della strage di Duisburg».
È quanto afferma il magistrato antimafia Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, le cui parole sono riportate oggi da Corriere.it in uno speciale sulla presenza delle mafie in terra tedesca.

 

«Quando sono stato in Germania 10 anni prima di Duisburg - continua il magistrato - e mi hanno fatto ascoltare delle intercettazioni in cui si parlava di locali, gli ho spiegato che il “locale” non è un “magazzino”. Il “locale” è l’organizzazione base della ‘ndrangheta e gli ho detto chiaramente: “Voi tra 10 anni avrete lo stesso problema che abbiamo noi in Italia”. Purtroppo però la Germania non si è attrezzata sul piano normativo».
Fu solo con la strage del 16 agosto del 2007, quando durante una faida di ‘ndrangheta vennero fatti sei morti, che per la prima volta l’opinione pubblica tedesca si accorse in maniera traumatica della presenza della 'ndrangheta.

 

«Kaufen, Kaufen, Kaufen»

Il reportage a firma di Amalia De Simone verte soprattutto sul fenomeno delle compravendite immobiliari dopo la caduta del muro di Berlino, nel 1989. Fu quella l’opportunità di radicamento che la ‘ndrangheta colse al volo per riciclare denaro sporco e rafforzare la sua presenza iniziata con l’immigrazione degli anni ‘70.
“Kaufen, Kaufen, Kaufen”. Comprare, comprare, comprare. È questo, infatti, il contenuto chiave di un’intercettazione telefonica tra alcuni ‘ndranghetisti all’indomani della caduta del muro. Ad ascoltarla fu la squadra di investigatori guidata da “Bernd Finger, per quasi trent’anni a capo della sezione della dedicata al contrasto alla criminalità organizzata della polizia tedesca”. Fu quello il momento in cui le autorità tedesche cominciarono a capire, ma nonostante ciò non si attrezzarono per combattere efficacemente l’espansione della ‘ndrangheta. 

 

Il business immobiliare per espandersi

«Abbiamo svolto per anni indagini sulla criminalità organizzata italiana in Germania. - spiega Finger al Corriere -. Ci siamo occupati in particolar modo di ‘ndrangheta e dei loro soldi provenienti dal traffico di droga e da investimenti in immobili. Abbiamo capito che questi soldi sono stati investiti in massa in Germania grazie ad una intercettazione telefonica nella quale si diceva: “Comprare, comprare, comprare”. Si parla degli anni successivi alla caduta del muro, dopo la cessione di compagnie tedesche, nel corso della riunione delle due Germanie. La parola chiave è amministrazione fiduciaria e quindi l’acquisto di proprietà della vecchia Repubblica democratica tedesca e di altri beni che venivano venduti a prezzi molto bassi. Raccogliemmo tutte le informazioni possibili e non avendo all’epoca grandi mezzi e strumenti di collaborazione le consegnammo alle autorità italiane».

 

«Dove può comprare, la 'ndrangheta compra»

Per Gratteri, «dove c’è la possibilità di comperare la ndrangheta compra perché il problema dell’elite della ‘ndrangheta non è quello di arricchirsi ma di giustificare la ricchezza». «Se il potere politico dovesse ammettere l’esistenza e la presenza della mafia in Germania - conclude il procuratore di Catanzaro -, dovrebbe dire anche che c’è da venticinque-trent’anni. E a questo punto è legittimo chiedersi in questi venticinque-trent’anni cosa fatto la politica? Per quale motivo l’ha nascosta? Per non spaventare gli abitanti? Per non scoraggiare gli investitori stranieri?».

 

I clan dominanti in Germania

Secondo Margherita Bettoni, coautrice del saggio Die mafia in Deutschland , al momento la più forte delle mafie in Germania è la proprio ‘ndrangheta, con «il territorio tedesco quasi diviso in due: c’è un asse nord-sud sul quale ha il dominio il clan Farao e un asse ovest - est sul quale sono predominanti i clan di San Luca».