Una faida per il potere, per i soldi, per il controllo della curva. Un regolamento di conti in piena regola, consumato all’ombra di San Siro e dell’ultrà business. A un anno e mezzo di distanza dall’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo della Curva Nord dell’Inter, ucciso con cinque colpi di pistola il 29 ottobre 2022 a Milano, la Procura fa scattare gli arresti: sei misure cautelari eseguite questa mattina dalla squadra mobile. Sono i presunti mandanti, gli organizzatori e gli esecutori materiali del delitto.

Dietro al sangue, secondo la Direzione distrettuale antimafia, una guerra interna tra gruppi ultrà, scatenata dalla lotta per la gestione dei profitti legati al mondo del tifo organizzato: biglietti, merchandising, viaggi, sicurezza, rapporti con la criminalità. Il tutto in un contesto già monitorato da tempo per possibili infiltrazioni mafiose nel tifo delle due principali squadre di Milano, Inter e Milan.

A ordinare l’esecuzione, secondo la ricostruzione dei magistrati Paolo Storari, Stefano Ammendola e del procuratore Marcello Viola, sarebbe stato Andrea Beretta, erede diretto di Boiocchi ai vertici della curva nerazzurra. Oggi collaboratore di giustizia, Beretta è già stato arrestato nei mesi scorsi per l’omicidio del boss della ’ndrangheta Antonio Bellocco e coinvolto nell’indagine “Doppia Curva”, che ha portato alla luce legami opachi tra tifo, criminalità organizzata e malaffare.

È stato proprio Beretta, oggi pentito, a fornire agli investigatori le chiavi per ricostruire l’omicidio, rivelando la fase organizzativa del delitto e l’identità degli esecutori, entrambi provenienti dal mondo ultras interista. L’operazione di questa mattina, diretta dagli uomini della Mobile coordinati da Domenico Balsamo e Alfonso Iadevaia, è culminata anche in un arresto all’estero: uno dei due killer è stato bloccato in Bulgaria, in una località affacciata sul Mar Nero, con la collaborazione delle autorità locali.

Dietro la sua eliminazione, non solo rancori personali, ma un nuovo assetto di potere. Chi doveva subentrargli, stando all’accusa, non voleva più la sua ombra. E così, tra ottobre e novembre 2022, viene pianificata l’esecuzione. Un agguato freddo, rapido, che solo grazie alla collaborazione di Beretta ha oggi un volto e dei nomi.

La figura di Boiocchi, per decenni centrale nella Curva Nord, è legata a decine di precedenti penali, che spaziano dall’estorsione al traffico di droga. Per gli inquirenti, rappresentava una cerniera tra il mondo ultrà e quello criminale, capace di muoversi tra lo stadio, il carcere e la strada con la stessa disinvoltura. Il suo ritorno alla guida del gruppo, dopo la detenzione, avrebbe potuto destabilizzare gli equilibri raggiunti. E per questo, dicono ora le carte dell’indagine, andava eliminato.

I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel pomeriggio durante una conferenza stampa al Palazzo di Giustizia di Milano, convocata per le 17. Intanto l’inchiesta getta nuova luce su un mondo opaco, spesso impunito, in cui lo sport è solo la superficie e dietro il tifo si nascondono interessi milionari, gerarchie di ferro e, talvolta, la violenza organizzata.