Primo posto per il cantautore calabrese grazie a testo e melodia che supera di poco Cristicchi, che trionfa nel miglior arrangiamento e nel premio della critica. Massimo Ranieri domina per autorevolezza, mentre il televoto premia Rocco Hunt, Elodie e Lucio Corsi
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C’è chi lo aspetta con impazienza, chi lo odia ma lo guarda lo stesso, chi lo considera una vetrina di costume più che una competizione musicale. Una cosa, però, è certa: quando il Festival di Sanremo si avvicina, diventa impossibile ignorarlo. Cinque serate che monopolizzano l’attenzione del Paese, un esercito di opinionisti pronti a giudicare ogni singola nota, outfit e stonatura, e una gara che non è mai solo una gara, ma un rito collettivo. Una settimana in cui il Paese si divide in due: chi difende la sacralità del Festival come se fosse la Costituzione e chi lo liquida con un’alzata di spalle, salvo poi canticchiare i ritornelli per tutto il resto dell’anno.
Quest’anno, la 75ª edizione promette scintille: Carlo Conti torna al timone della kermesse e porta con sé due volti popolarissimi, Gerry Scotti e Antonella Clerici, per una conduzione che punta a mescolare tradizione, leggerezza e solidità televisiva. Sul palco, i big della musica italiana si contenderanno la vittoria dall’11 al 15 febbraio, ma le scommesse e i pronostici sono già entrati nel vivo. Gli esperti della sala stampa hanno stilato le prime previsioni, le piattaforme di betting aggiornano le quote di giorno in giorno e i social si infiammano a ogni nuovo rumor.
Fino a oggi, il totovincitore è stato sempre un affare per bookmaker, giornalisti e fan accaniti. Ma questa volta c’è un nuovo protagonista in scena: l’intelligenza artificiale. Niente algoritmi segreti delle case di scommesse, nessuna fuga di notizie dalla sala stampa, solo una macchina che analizza le canzoni e assegna voti basandosi su criteri precisi. Un esperimento affascinante, che mescola il calcolo matematico con il cuore pulsante della musica.
LaCity Mag ha chiesto a ChatGPT di elaborare una classifica basata su sei parametri chiave, quelli che da sempre determinano l’esito di Sanremo, almeno sulla carta: miglior testo, miglior arrangiamento musicale, miglior melodia, miglior performance sul palco, autorevolezza artistica e voto popolare. Ogni artista ha ottenuto un punteggio in ciascuna di queste categorie e, sommando i risultati, è stata stilata la graduatoria finale.
A sorpresa, il vincitore assoluto secondo l’intelligenza artificiale è Brunori Sas, che con il brano "L’albero delle noci" si impone su tutti nella miglior melodia e nel miglior testo. Un trionfo di misura, perché nelle altre categorie se la gioca fino all’ultimo con rivali di peso.
Nel miglior arrangiamento musicale, ad esempio, viene superato da Simone Cristicchi, che si prende il primo posto e il premio della critica. Nell’autorevolezza artistica, invece, il primato va a Massimo Ranieri, seguito da Giorgia e Noemi, con Brunori che si deve accontentare della quarta posizione. Il vero tallone d’Achille? Il voto popolare, dove chiude solo sesto, mentre a dominare è Rocco Hunt, affiancato da Elodie e Lucio Corsi.
Sommando tutti i fattori, però, è proprio Brunori Sas a spuntarla, grazie all’equilibrio tra i vari punteggi. È la dimostrazione che una canzone può vincere Sanremo senza essere necessariamente la più votata dal pubblico o la più spettacolare sul palco, ma bilanciando qualità e impatto. Cristicchi sfiora il colpaccio ma deve accontentarsi della piazza d’onore, mentre Giorgia, con la sua "La cura per me", si conferma ancora una volta una delle voci più amate della musica italiana e conquista il terzo posto.
Il modello di analisi utilizzato dall’IA ricalca, in parte, il meccanismo reale di Sanremo, dove ogni anno giurie tecniche, sala stampa, demoscopica e televoto contribuiscono alla proclamazione del vincitore. In questo caso, però, il calcolo è più chirurgico e suddiviso in sei aspetti distinti. Il miglior testo premia la qualità della scrittura, la profondità del significato e l’originalità lirica. Il miglior arrangiamento musicale valuta la costruzione armonica, l’uso degli strumenti e la modernità della produzione. La miglior melodia si concentra sulla struttura musicale, sulla memorabilità e sull’impatto emozionale del brano. La miglior performance sul palco tiene conto della capacità interpretativa, della presenza scenica e dell’efficacia comunicativa dell’artista. L’autorevolezza artistica riguarda il peso che il cantante ha all’interno della musica italiana, la sua carriera, la qualità della sua produzione passata e l’influenza sulla scena musicale. Infine, il voto popolare riflette il gradimento espresso dal pubblico, misurato attraverso streaming, social media e passate performance di televoto.
Oltre al podio, la classifica generale vede Massimo Ranieri trionfare nella categoria autorevolezza artistica, battendo Giorgia e Noemi. Achille Lauro, Tony Effe e Fedez, invece, si giocano il titolo di miglior performer sul palco, grazie alla loro capacità di infiammare il pubblico con uno show visivo e interpretativo.
Ma la competizione non è fatta solo di vincitori. Emis Killa, inizialmente tra i nomi più chiacchierati, si è ritirato prima ancora di calcare il palco, mentre altri big faticano a imporsi: Fedez e Tony Effe, per esempio, non riescono a superare la media del 7, e si trovano ai margini della top ten. Clara e Sarah Toscano, entrambe giovani e con un buon seguito, non vanno oltre un modesto 6.5, troppo poco per aspirare ai piani alti della classifica.
Alla fine, il verdetto dell’intelligenza artificiale conferma che il Festival non è mai solo una questione di popolarità, ma anche di qualità artistica. Brunori Sas si porta a casa il primo posto proprio perché riesce a eccellere in più aspetti senza strafare in uno solo. Testo raffinato, melodia coinvolgente, arrangiamento solido e una credibilità artistica costruita nel tempo: è questo il mix che lo ha portato sul gradino più alto del podio.
Questi dati renderanno più facile prevedere il vincitore reale? Non necessariamente. Sanremo è il Festival dell’imprevedibilità: bastano un’interpretazione perfetta, un’emozione trasmessa al momento giusto, o un colpo di scena in diretta per ribaltare tutto. L’intelligenza artificiale ha dato la sua sentenza, ma il palco dell’Ariston ha sempre l’ultima parola.