La sua società era attanagliata dai debiti, soprattutto verso l’erario ma, è l’accusa mossa dalla Procura di Crotone a Saverio Danese, 62 anni, lui avrebbe adoperato decine di migliaia di euro appartenenti alle casse sociali per l’acquisto di beni di uso meramente personale come un’imbarcazione – ormeggiata nel porto di Le Castella – e un appartamento in pieno centro a Crotone.
Danese e sua moglie Vivana Rizzo, 56 anni, sono stati posti agli arresti domiciliari – su richiesta del procuratore di Crotone Domenico Guarascio e del sostituto Alessandro Rho – con l’accusa di essere responsabili della bancarotta di due società di pubblicità, portate al dissesto dopo aver accumulato, tra il 2012 e il 2021, debiti erariali per 900mila euro, depauperato le risorse finanziarie aziendali per circa 500mila euro, occultato i libri e i registri contabili e distratto i beni aziendali trasferendoli a due nuove società costituite ad hoc. Il tutto con buona pace dei creditori.

I conti societari svuotati per spese private

Secondo il gip di Crotone, Assunta Palumbo – che ha ordinato il sequestro preventivo delle quote sociali intestate ai due indagati e dell’azienda della società Contatto Comunicazioni srl e Danese srl – sarebbe emerso dalle indagini che all’imprenditore erano riconducibili diverse società. Il modus operandi sarebbe stato quello di creare una società dopo aver dichiarato il fallimento della precedente adoperando i conti correnti societari come fossero privati. Dunque, nonostante l’aumentare della passività, i conti sarebbero stati svuotati per spese private e del tutto scevre dall’attività delle società.

Il processo Glicine

«Faremo in modo di scegliere te… non ti preoccupare».
È con queste parole che Vincenzo Sculco, ex consigliere regionale e leader del movimento i Demokratici, avrebbe promesso a Saverio Danese che l’incarico per pubblicizzare le iniziative nell’ambito del progetto “Antica Kroton” sarebbe andato a lui.
Sculco spiega a Danese che chiunque poteva partecipare ma loro avrebbero trovato un motivo per escluderlo: «Eh, dopodiché gli troviamo un difetto».
L’attività illecita che l’imprenditore crotonese avrebbe operato con la società Contatto Comunicazione srl non si sarebbe limitata alla bancarotta. Danese è, infatti, imputato nell’ambito dell’inchiesta Glicine, della Dda di Catanzaro, con l’accusa di turbata libertà della scelta del contraente e corruzione elettorale. La Dda ha chiesto nei suoi confronti, nel processo con rito abbreviato, una condanna a tre anni di reclusione.

La pubblicità per la manifestazione “Antica Kroton”

Per quanto riguarda la turbata libertà della scelta del contraente, l’accusa coinvolge il politico Sculco, l’imprenditore Danese, l’amministratore unico e il direttore generale di Crotone Sviluppo spa, società committente dell’appalto, Gianfranco Turino e Teresa Sperlì, e il responsabile unico del procedimento Giovanna Manna.
I fatti risalgono a gennaio 2019. Sculco avrebbe promosso un incontro a gennaio tra Danese e Turino nel corso del quale quest’ultimo rassicurava Danese che avrebbe ottenuto l’incarico mentre Sculco ribadiva che la Contatto Comunicazione srl avrebbe ottenuto l’appalto.
La vicenda si conclude l’11 marzo 2019 con la determina disposta da Gianfranco Turino che prevedeva l’affidamento «d’incarico per la progettazione, elaborazione grafica di manifesti, brochure e locandine, ideazione di spot promozionali e produzione di video pre e post evento relativo alla campagna di comunicazione del progetto Antica Kroton» alla Contatto Comunicazioni srl per un valore di 5.000 euro iva compresa.

La corruzione elettorale

C’è anche da dire che Saverio Danese era andato a lamentarsi con Flora Sculco – figlia di Vincenzo, anche lei ex assessore regionale – del fatto che il lancio del progetto “Antica Kroton” era stato assegnato a un’altra persona, mentre lui aveva ottenuto solo un piccolo incarico. Flora Sculco lo avrebbe rassicurato sul fatto che il padre Vincenzo aveva distribuito incarichi a «un po’ di amici», e sul fatto che avrebbe parlato con il padre per ripartire gli incarichi in maniera ordinata. Dal canto suo, Saverio Danese avrebbe promesso appoggio elettorale a Flora Sculco per le elezioni regionali – «per le regionali sono a tua disposizione! Spacchiamo il mondo... tu ti candidi?» – promessa che sarebbe stata nota anche a Vincenzo Sculco.

«Saveruzzu è prezioso»

Gli investigatori hanno rilevato che Danese «in prossimità delle elezioni regionali tenutesi il 26 gennaio 2020, si prodigava, tra il 30 dicembre 2019 e il 06 gennaio 2020, a effettuare foto e manifesti elettorali in favore della campagna elettorale di Flora Sculco, altresì, emergeva come si fosse occupato anche della gestione dei social e il monitoraggio dei siti internet sempre per la campagna della candidata». Allo stesso modo gli accertamenti all’agenzia delle entrate avevano rivelato che l’unica fattura registrata e riferibile agli Sculco ammontava a 400 euro più iva.
Il leader dei Demokratici lo aveva detto: «Saveruzzu è prezioso... che ogni qualvolta abbiamo bisogno viene! E non si paga».