Oliverio rompe gli indugi e presenta il conto al governo e al Pd. Dopo aver chinato il capo, sopportato il commissario Massimo Scura, evitato di mettere in minoranza il segretario Ernesto Magorno, rinnovato la giunta come chiedeva Roma, accettato Marco Minniti guida ombra del partito, adesso vuole la sua parte. Ovviamente stiamo parlando di sanità. E poiché non è ancora tempo di stoppare il commissariamento del comparto, quantomeno si può rimettere mano al piano di rientro che va ridiscusso. Anche su questo punto Oliverio aveva avuto diverse rassicurazioni e una richiesta del genere era stata messa in agenda proprio alla fine dell’ultima assemblea democrat di Falerna, quella della nuova pax.
Oliverio, dunque, ha preso carta e penna e ha scritto al ministro Lorenzin, senza chiedere il permesso a Scura e lasciando il resto del governo nazionale fuori dai giochi, almeno per il momento. Del resto l’asse Pd-Ncd non è mai stato tanto forte a Roma, come in Calabria e proprio con la Lorenzin Oliverio ha da tempo costruito un rapporto più che saldo.
“Onorevole Ministro della Salute – scrive Oliverio - con la presente, facendo seguito ai precedenti incontri, le chiedo cortesemente una apposita riunione per ridiscutere il Piano di rientro dal deficit sanitario per la Regione Calabria a suo tempo concordato con il Governo pro-tempore, i cui piani operativi sono scaduti al 31/12/2015. Quanto sopra è avvenuto senza che il servizio sanitario regionale della Calabria abbia manifestato miglioramenti significativi. Ciò dimostra o una inadeguatezza del Piano di rientro (e dei conseguenti piani operativi) ovvero una inefficace gestione degli stessi da parte delle diverse strutture commissariali succedutesi nel tempo o, peggio, di entrambi. In attesa di poter discutere con Lei quest’importante argomento divenuto ormai vitale per la Regione Calabria, colgo l’occasione per augurarle un buon anno 2016".
Non vuole perdere tempo il governatore e vuole che, stavolta, i patti vadano rispettati. Subito una riunione e subito la ridiscussione del piano di rientro, dalla quale vuole tenere ai margini Scura che, nei piani del governatore, dovrebbe avere i mesi contati in Calabria. C’è solo da augurarsi che il presidente della giunta non debba avere anche stavolta qualche delusione, così come avvenuto proprio all’inizio dello scorso anno quando sperava di diventare egli stesso commissario ad acta per il piano di rientro. Stavolta, però, gli equilibri sono diversi e il governatore è molto più vicino al premier rispetto ad un anno fa. Così come è più salda l’intesa con Ncd e il ministro della salute. Non a caso proprio ieri il senatore Giovanni Bilardi si è fatto sentire per richiedere una riunione in Calabria per discutere delle proposte del suo partito in tema di sanità, prendendo spunto da quanto sta accadendo all’Asp di Cosenza.
«Abbiamo chiesto al nuovo dg dell'Asp di Cosenza, dott. Raffaele Mauro, di revocare la perniciosa delibera 2193/2015 del suo predecessore perché è illegittima e penalizzante. L'occasione ci offre la possibilità di illustrare a Scura e Oliverio le nostre proposte sulla sanità – dice Bilardi – Crediamo che anche gli sforzi relativi alle nuove assunzioni debbano concentrarsi su un'armonia fra ospedale e territorio. Pensare alla sanità in termini esclusivamente ospedalieri è un danno enorme. L'ospedale deve essere riservato alle acuzie. Ancora oggi, però, tanto per fare un esempio, è impossibile a un utente calabrese eseguire le batterie di test preventivi cardiologici senza rivolgersi a un nosocomio. Tutto questo forma liste di attesa esorbitanti. Per questo è necessario e fondamentale reinvestire sugli ambulatori. Ci sono casi di infermieri assunti a tempo determinato e poi trasferiti in uffici amministrativi per presunta inidoneità. Si tratta di fatti assurdi sui quali sia Scura che Fatarella devono vigilare. Chiediamo – prosegue Bilardi – che si investa sulla neurologia e sulla fisiatria e che si vigili sulle liste di attesa in radioterapia. Gli Urp, da almeno cinque anni, non esistono se non sulla carta. C'è la necessità di assumere sociologi che si impegnino nei Sert, anche per le nuove dipendenze, negli Urp e negli uffici stampa che anche essi sono spariti. L'immagine della nostra sanità non viene più curata. A Oliverio chiediamo un incontro e un confronto serio su questi temi. Stessa cosa chiediamo all'ingegnere Scura, nell'ottica di un confronto positivo e propositivo».
La speranza, stavolta, è che insieme ai tavoli di discussione da convocare e agli equilibri politici da perfezionare, si tenga conto soprattutto del diritto alla salute dei calabresi che ancora è tutt’altro che garantito.

 

Riccardo Tripepi