È la riapertura di Malattie Infettive, chiusa senza alcuna motivazione come l’Asp stessa mette nero su bianco nel nuovo atto aziendale, il cavallo di Troia con il quale la gestione commissariale tramite il nuovo atto Asp cerca di recuperare la fiducia della sanità lametina, da tempo autodefinitasi la Cenerentola della Calabria dopo una serie di chiusure e spoliazioni che hanno messo il Giovanni Paolo II in gravi difficoltà, specie durante il periodo più nero del Coronavirus.

La riapertura di Malattie infettive

Riaprire il reparto tout court però, sottolinea il già presidente del consiglio comunale Salvatore De Biase, non è affatto semplice: l’ultimo sopralluogo aveva evidenziato decine di migliaia di euro necessari per mettere a norma il nuovo stabile. Poi ci sarebbe da trovare il personale, recuperare i macchinari. Insomma, un’operazione lunga e non semplice che rischia di rimanere per lungo tempo soltanto uno specchietto per le allodole.

Il trasferimento del 118

C’è poi la questione del trasferimento di sede del 118. A lanciare l’allarme più volte gli stessi operatori segnalando la pericolosità dei cambiamenti tra tortuosità del percorso e tempi di percorrenza più lunghi rispetto alla sede originale. Su questa questione fino ad ora la triade commissariale ha evitato di esporsi in maniera diretta e nell’atto cita solo imminenti novità nell’ambito dell’emergenza-urgenza.

Cosa che non fa calare i timori, spiega De Biase: «Comunque vada, il 118 una sede ce l’aveva ed era quella che maggiormente era rispondente alle sue prerogative, ora non si sa cosa accadrà».

Ci sono poi i reparti aperti e trasferiti come Audiologia, spiega l’ex presidente del consiglio, allestito e pronto e poi chiuso e aperto nel capoluogo. «La gestione commissariale dovrebbe stare un po’ di più a Lamezia - afferma il politico - il 75 per cento della sanità si svolge qui e qui dovrebbe essere allocata la direzione generale per capire le cose. Se si rompe qualcosa qui si chiude tutto fino a quando non si interviene da Catanzaro. Una situazione surreale. Poi ci sono i fitti. Siamo pieni di uffici amministrativi vuoti e paghiamo migliaia di euro di canone a Catanzaro».