Le associazioni Fem.In Cosentine in lotta e Le lampare Basso ionio cosentino, parte della rete calabrese per la sanità pubblica, annunciato il buon esito della raccolta firme per il diritto alla salute. La petizione viene adesso presentata a Camere e al Parlamento europeo. «Undici anni di commissariamento – spiegano - non hanno che peggiorato la situazione della sanità nella nostra regione che si riconferma all’ultimo posto rispetto al resto del paese come conferma l’ultimo rapporto del centro studi Crea Sanità sui livelli di performance regionali. Ma la Calabria – si fa rilevare - è in stato di emergenza da ben prima della pandemia che ha solo esasperato un sistema già al collasso».

Ospedali chiusi e servizi depotenziati

In tale contesto «Migliaia e migliaia di calabresi sono costretti per questo a rinunciare alle cure, o a emigrare altrove; migliaia e migliaia di calabresi che vedono ogni giorno negato quel diritto alla salute sancito dalla Costituzione, tra strutture fatiscenti e sovraccariche e mancanza di personale, 18 strutture ospedaliere chiuse o depotenziate, una rete oncologica del tutto carente, così come l’assistenza domiciliare e residenziale e i servizi territoriali come i consultori e i centri di salute mentale; nel mentre, gli unici a trarre vantaggio da questa situazione sono i baroni della sanità privata, che speculano e guadagnano sui nostri corpi e sulle nostre vite».

La raccolta firme

Per questo motivo a partire dal 28 marzo 2021 le associazioni si sono mobilitate aprendo numerosi punti firme per tutta la regione, per portare avanti la petizione popolare per il diritto alla salute in Calabria fino a raccogliere 10.000 firme e chiedere:

  • le dimissioni del commissario ad acta Guido Longo;
  • lo stop al commissariamento della sanità calabrese;
  • l’azzeramento del debito sanitario;
  • la riapertura delle strutture dismesse.

Nella giornata di oggi, 16 luglio 2021, la petizione è stata trasmessa alle Camere, ai Ministeri competenti e al Parlamento europeo. «Non possiamo più accettare la violenza che tutti i giorni subiamo a causa di un Servizio Sanitario Regionale assolutamente inadeguato. Migliaia e migliaia di calabresi hanno deciso di far valere i propri diritti, mettendoci la firma e la faccia, e non possono più rimanere inascoltati», concludono.