L’esponente di Forza Italia interviene sulle presunte spoliazioni nel capoluogo e conferma gli impegni assunti dalla Regione nella realizzazione del nuovo ospedale e la volontà di istituire un secondo pronto soccorso
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Un tavolo tecnico sulla sanità catanzarese è già in programma «da tempo». A farlo sapere è il consigliere regionale di Forza Italia, Antonello Talerico, che è intervenuto oggi nel dibattito che da giorni infuria nella città capoluogo in relazione ai previsti investimenti in edilizia sanitaria, allo stato ancora al palo, e al presunto depauperamento dei servizi assistenziali.
L’esponente del partito azzurro chiarisce quindi dell’intenzione di aprire un tavolo tecnico d’intesa con il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso. «Sono tanti i temi già affrontati, dalla realizzazione del secondo pronto soccorso (sarà una delle prime opere), alla realizzazione del nuovo ospedale (anch’esso assolutamente voluto dallo stesso Presidente Occhiuto), alla trasformazione dell’ospedale Pugliese in casa della salute (per offrire una assistenza territoriale effettiva). Sia chiaro, non ci sono problemi di risorse, come qualcuno va dicendo. Le risorse ci sono e sono sufficienti per realizzare tutti gli interventi programmati e dichiarati anche su Catanzaro (risorse Inail, risorse ufficio commissariale, risorse regionali, risorse statali, risorse comunitarie). Non ho interesse ad entrare in polemica con chi in questi giorni esce sulla stampa da buon populista assumendo che sia stato questo governo di centrodestra ad aver indebolito la città di Catanzaro, ma una precisazione va fatta», sottolinea quindi Talerico in riferimento a diversi interventi pubblici di consiglieri comunali e dell’ex presidente del consiglio regionale, Domenico Tallini, sui temi sanitari.
«La città di Catanzaro è stata indebolita proprio da chi ha fatto politica negli ultimi 30 anni e, tra questi ci sono gli stessi che oggi accusano gli attuali amministratori regionali o i rappresentanti del territorio di non difendere il capoluogo. Peccato che il capoluogo avremmo dovuto difenderlo anni fa e proprio da questi millantatori. Chi oggi parla non ha portato nessun fondo eccezionale alla città, non ha realizzato nulla per la città, hanno soltanto pensato ad essere rieletti ed a “comandare” per decenni, senza formare neanche la classe dirigente utile per il rilancio del capoluogo. Poi – aggiunge il forzista – la differenza in negativo a Catanzaro oggi la fanno l’amministrazione comunale (totalmente assente sui grandi progetti e sui grandi temi, tra cui anche quello sanitario) e l’Università Umg (che nulla a che a vedere con il dinamismo e l’autorevolezza dell’Unical)».
Secondo Talerico, quindi, la Regione ad oggi «ha finanziato tutto quello che è stato richiesto dal territorio catanzarese: 160 milioni per la metropolitana di superficie; 20 milioni per il Porto; 9 milioni di euro per lo stadio; 9 milioni di euro per il sistema idrico (che sta per essere rivoluzionato); 88 milioni per il nuovo ospedale, che verranno addizionati dalle ulteriori risorse intra ed extra regionali per importi già dichiarati (si ricordi l’importo di euro 266 milioni per la questione nuovo ospedale); il mantenimento del centro nazionale delle ricerche e della risonanza magnetica 3 tesla (battaglia da me portata avanti in solitaria e in contrasto con Umg e nel silenzio del Comune di Catanzaro); altre risorse milionarie per i vari progetti la cui realizzazione dipende dall’amministrazione comunale (questa si un vero disastro)».
Per quel che riguarda il Sant’Anna hospital «è una questione molto delicata (e va sostenuta a tutti i livelli) – sottolinea il consigliere – molti oggi stanno facendo sciacallaggio, poiché c’è da dire che se l’autorità giudiziaria riconoscerà che l’amministratore giudiziario non aveva commesso alcun errore nella procedura di accreditamento e negli altri adempimenti nessuno potrà chiuderla.
Ed ancora, l’istituzione della facoltà di medicina a Cosenza non è stata decisa oggi, ma risale invece a quanto gravemente concesso dal rettore De Sarro nel 2018 con la sottoscrizione della convenzione con Unical per l’attivazione dei corsi universitari nelle professioni sanitarie. Da quel momento in poi Unical ha sottratto terreno all’Umg e la differenza la misuriamo ancora oggi tra le due università. Quella cosentina attiva corsi in intelligenza artificiale, telemedicina, cybersecurity, informatica e tecnologia, quella catanzarese attiva corsi per cosmesi e servizi sociali. Dove dobbiamo andare? Non siamo competitivi, perché i vertici di ogni istituzione importante del territorio catanzarese hanno dimostrato debolezza e assenza di capacità e lungimiranza. Gli altri arrivano con i cannoni, noi ci presentiamo con le freccette di plastica e, poi gridano alla spoliazione della città, senza ovviamente proporre nulla, ma con il chiaro intento di giustificare il loro fallimento, risalente anche nel tempo. È arrivato il momento di essere concreti, facendo una programmazione virtuosa e pretendendo la realizzazione di opere importanti per rilanciare il capoluogo. Ma per fare questo abbiamo bisogno anche di una amministrazione comunale forte e con le idee chiare ed una università più competitiva ed attrattiva, diversamente non abbiamo speranza di rilanciare Catanzaro città e l’entroterra, con la totale assenza di capacità di tali due soggetti fondamentali».
«La sanità è al collasso su tutto il territorio nazionale – aggiunge Talerico –mentre la domanda di sanità aumenta poiché aumentano i malati. In Calabria c’è ancora tanto da fare, ma i concorsi sono stati avviati, le graduatorie prorogate, le assunzioni sono state fatte ed in numero storico, ed i bilanci sono stati messi in regola dopo circa 20 anni di irregolarità. Adesso va messo a regime il tutto, per abbattere le liste di attesa ed eliminare alcuni inadempimenti specifici gravi (disagi, disservizi, inefficienza e prassi negative cronicizzate). Ai populisti ed a chi oggi fa il paladino – conclude il consigliere regionale – dico che se siamo in queste condizioni è grazie al loro operato fallimentare e clientelare durato decenni (basti pensare agli imboscati nella sanità che risalgono ad anni addietro quando a governare c’erano “loro”), al pari della inefficienza di alcuni apparati amministrativi che sono ancora nelle mani del passato».