La testimonianza di un paziente dopo la scoperta della malattia e il delicato intervento chirurgico all'ospedale Pugliese: «Immensa riconoscenza, tutti sono stati all’altezza del loro ruolo»
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Ha deciso di rendere pubblica la sua esperienza di buona sanità calabrese perché orgoglioso di esserne protagonista attivo. Lui si chiama Giuseppe Gerone ed è un professionista bancario cinquantenne che un giorno ha incrociato sulla sua strada un temibilissimo nemico: il cancro.
Oggi che ha vinto qui nella sua città, Catanzaro, e nel suo ospedale tanto bistrattato il primo fondamentale match contro il male, Giuseppe vuole ringraziare quanti fino ad ora lo hanno sostenuto ed assistito con scrupolo, umanità e grande competenza presso la nuova azienda "Dulbecco", nell'ex presidio storico del Pugliese-Ciaccio.
L'inciampo è accaduto durante un esame di colonscopia, necessario a causa di una serie di malesseri. Qui il primario di Gastroenterologia Rodinò ha diagnosticato al nostro paziente un tumore maligno al colon da asportare il più presto possibile.
Il problema serio e pericoloso gli è stato esposto con grande delicatezza dal personale medico tanto che Giuseppe lo ha affrontato subito con grande fiducia in tutte le sue fasi decidendo di affidarsi proprio a questi professionisti ed a questa struttura.
Il giorno di Capodanno, quindi nemmeno 20 giorni fa, Giuseppe è stato ricoverato; il 2 gennaio ha fatto una tac, il 3 è andato sotto i ferri dell'equipe guidata dal primario De Grazia. Mercoledì 10 gennaio le dimissioni e la splendida ebbrezza di tornare a casa, nonostante la comprensibile difficoltà dell'intervento superato. Ora si trova logicamente nella fase della convalescenza ma l'esigenza insopprimibile è stata quella di rivolgersi al nostro Gruppo editoriale per affidarci il senso della sua immensa riconoscenza nei confronti di tutti, dai medici, dottoresse e dottori, fino alle infermiere ed agli infermieri per finire agli oss e persino ai tirocinanti: tutti sono stati all'altezza del ruolo donando al nostro paziente fiducia e serenità, prima e dopo il delicato intervento. Una testimonianza che è solo l'ultima di una lunga serie e che convince a sperare che, a fronte di tante spese in viaggi della speranza e numerosi purtroppo casi di malasanità, nella nostra regione e nella sua fascia centrale resiste un grande gruppo di sanitari in grado di rispondere se non meglio, almeno alla pari di tanti altri ospedali cui la nostra gente è costretta a rivolgersi.