Sembra di assistere a una partita di ping-pong, dove i giocatori sono rappresentati dalla sanità pubblica, privata, e dal commissario al rientro sanitario; la pallina, invece, è rappresentata dai malati. Racchiude così Sara Miriam Alato, tecnico radiologo del Marrelli Hospital, la situazione che si è venuta a creare intorno alla clinica privata diretta dal medico-imprenditore crotonese Massimo Marrelli. L'Hospital ha finito il budget assegnato dal servizio sanitario regionale per le prestazioni, ha chiesto per l'ennesima volta lumi al commissario Massimo Scura che ha fatto rimbalzare la palla, anzi, la pallina, al direttore generale dell'Asp di Crotone Sergio Arena poiché non avrebbe sollecitato le prestazioni dal Marrelli come necessarie. Parliamo di Tac, Risonanza, Apa e Pac: tutti servizi erogati dalla clinica pitagorica.

Il clima non è dei migliori, tant'è che il management ha annunciato la sospensione del personale del Marrelli Hospital, chiedendo ai dipendenti delle altre aziende che fanno parte della holding, una riduzione degli stipendi a favore dei colleghi della clinica fino al prossimo 31 dicembre; in tutto ciò, da lunedì tutte le aziende andranno in stop. Dopo 40 anni di attività all'interno del settore medico sanitario, una situazione del genere è abbastanza forte: «è deprimente – ha dichiarato ai nostri microfoni Massimo Marrelli – ho cercato di raccontare a Scura che il suo operato sul territorio è stato fallimentare. Credo che la sanità calabrese non ha mai toccato il fondo come in questo momento. In una regione che registra un aumento nell'emigrazione sanitaria, non vi è dubbio che le scelte strategiche dovevano essere decisamente diverse».

L'umore tra le maestranze dell'Hospital, ovviamente, non è dei migliori: lo stato d'animo è pessimo visto anche il blocco delle attività previsto da lunedì, e questo si ripercuoterà sui pazienti che non potranno usufruire dei servizi. C'è anche amarezza per un progetto che va ben oltre il fine economico, ma al suo interno c'è l'amore per il proprio lavoro e il prendersi cura del malato. L'augurio che si fa è che venga riconosciuto quanto svolto finora, con circa 4000 pazienti curati, perchè, a detta di chi ci lavora nel Marrelli Hospital, non chiedono l'elemosina, ma solo il riconoscimento di quanto fatto in questi mesi.

 
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