La tecnica di procreazione medicalmente assistita in procinto di approdare all'Unità operativa di Fisiopatologia della Riproduzione dell'ospedale di Cosenza, diretta da Giancarlo Morrone
Tutti gli articoli di Salute
PHOTO
Entro breve tempo l’Unità di Fisiopatologia della Riproduzione Umana dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, completerà il percorso di procreazione medicalmente assistita con l’inseminazione in vitro. Lo ha annunciato in una nota il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza Achille Gentile, spiegando che si procederà per il prossimo anno «all’implementazione del Centro di procreazione medica assistita dal 1° al 2° livello, con la possibilità, quindi, di poter effettuare anche a Cosenza la fecondazione in vitro, avendo previsto una sala operatoria dedicata, con annessa sala biologica, nel nuovo gruppo operatorio, ed essendo già in possesso delle attrezzature necessarie. E’ una misura già finanziata – ha detto ancora il direttore generale – La Procreazione medicalmente assistita di 2° livello ci consentirà di abbattere la migrazione sanitaria con conseguenti risparmi di risorse economiche, e la riduzione dei disagi per quelle coppie che anche in questo settore sono costrette a compiere viaggi della speranza».
Dieci anni di attività in costante crescita
L’Unità operativa di Fisiopatologia della Riproduzione dell’Annunziata compie 10 anni. In questi anni hanno usufruito dei servizi del reparto, diretto dal dottor Giancarlo Morrone, cinquemila uomini con problemi andrologici, mille coppie con problemi di infertilità, molte delle quali hanno praticato la fecondazione assistita di primo livello con risultati che rientrano nella media nazionale dei successi. I dati, resi noti nel corso del Congresso Nazionale della Società Italiana di Riproduzione Umana, svoltosi a Catania dal 15 al 17 novembre, hanno evidenziato un trend di andamento in linea con il resto del Paese, posizionando il centro di Cosenza come punto di riferimento delle coppie provenienti da tutta la regione.
Preservata la fertilità dei malati oncologici
«Lo studio di correlazione tra età, qualità seminale e patologia neoplastica nei pazienti oncologici che si sono rivolti alla nostra banca del seme è in linea con la letteratura internazionale» ha dichiarato Giancarlo Morrone, referee dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, per le linee guida sulla preservazione della fertilità dei pazienti oncologici. «In 10 anni di attività – ha proseguito Morrone - abbiamo crioconservato il seme di circa 300 giovani affetti da varie forme di neoplasie, prima dei trattamenti di chemio o di radioterapia, offrendo loro la possibilità di preservare la fertilità. Sempre più numerosi i giovani e le coppie infertili provenienti da tutta la Regione, che si rivolgono alla nostra Unità Operativa».