In Italia muoiono mediamente ogni anno circa ottomila persone per complicanze derivanti dall’influenza stagionale. Senza la somministrazione del vaccino, determinante soprattutto per gli anziani, categoria più a rischio, le vittime sarebbero addirittura tredicimila.

Virus di tipo A e di tipo B

I dati sono dell’Istituto Superiore di Sanità e disponibili sul sito ufficiale dell'organismo. Anche per il periodo novembre 2019- aprile 2020 è in vigore la sorveglianza attiva sulla diffusione del virus dell’influenza, non il famigerato CODIV 19, che sta mandando in subbuglio il Paese. Più modestamente si tratta di quelli di tipo A e B responsabili della sintomatologia classica: raffreddore, mal di gola, tosse, temperatura alterata.

 

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Le fasce di età più colpite

L’età mediana dei casi segnalati è di 61 anni e il 78% ha più di 50 anni. L’82% dei casi gravi e il 97% dei decessi da influenza confermata segnalati al sistema presentano almeno una patologia cronica preesistente. Nella maggior parte dei casi gravi (52%) è stato isolato il virus A(H1N1)pdm09 seguito dal virus A(H3N2) (22%) e solo nel 7% dei casi gravi un virus di tipo B.

 

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33 vittime in tre mesi

Dallo scorso mese di novembre ad oggi sono stati rilevati 5.632.000 casi. Di questi 164 sono stati segnalati come gravi, con 33 persone decedute. Il sistema di sorveglianza però, non è in grado di monitorare in tempo reale, il numero di tutte le persone vittime dell’influenza. Per arrivare alla elaborazione del dato definitivo è necessario acquisire la codifica delle cause di decesso effettuate dall’Istat e risultanti sui certificati di morte, tenendo presente che spesso il virus influenzale aggrava le condizioni già compromesse di pazienti affetti da altre patologie. Grazie a queste metodologie sono mediamente attribuiti all’influenza ed alle sue complicanze 8.000 decessi in Italia ogni anno.