Contrariamente a quanto trapelato nelle ultime ore, al momento non risulta nessuna soppressione del punto nascita all'ospedale di Cetraro. Il reparto, a seguito di una nota inoltrata al direttore generale del Dipartimento Tutela Salule della Regione Calabria, Antonio Belcastro, è stato momentaneamente sospeso. 

Deciso uno stop del reparto di Ostetricia e Ginecologia, che ad ogni modo sarebbe momentanea e finalizzata al suo potenziamento. Nell'atto, infatti, si specifica che le «attività ginecologiche continuano ad essere garantite». Da giorni, infatti, la direzione sanitaria e il commissario ad Acta alla sanità calabrese, il generale Cotticelli, stanno lavorando alacremente per scongiurare la paventata chiusura, dovuta a un numero annuale di nascite al di sotto della soglia minima dei 500 parti, stabilita con un decreto del 2015 dall'allora ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin.

Un reparto da potenziare

Le operazioni di potenziamento sono infatti già cominciate da giorni. Nella sala parto dell'ospedale Iannelli, solo nelle ultime ore, sono arrivati un ecografo, un defibrillatore e i gas medicali, segno tangibile della volontà di mantenere in vita il punto nascita.

Ma per il nosocomio cetrarese le buone notizia non sono finite. Il laboratorio analisi non chiuderà ai pazienti esterni, come si era annunciato due giorni fa, e il polo chirurgico di emergenza e urgenza, oggi inattivo, non solo potrebbe essere riattivato, ma addirittura potenziato, con la costruzione di nuove sale operatorie comunicanti con quelle già esistenti. In tutto dovrebbero essere sei. Il progetto, fortemente voluto dalla direzione sanitaria, è stato messo nero su bianco da un ingegnere e posto al voglio degli esperti.

La morte di Santina

Il nosocomio, si ricorderà, era stato al centro delle polemiche nelle scorse settimane per il decesso della giovane mamma Santina Adamo. La donna, dopo aver dato alla luce il suo secondo figlio, è morta a causa di una emorragia massiva che non le ha lasciato scampo. Sulla vicenda si erano accesi i riflettori della politica e sia Regione che Ministero della Salute avevano inviato ispettori per far luce sulla drammatica vicenda. Già allora si era palesato il rischio chiusra del reparto. 

 

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