I soldi per la SS 106 in parte ci sono e in parte si troveranno. È questa in sintesi la risposta del Governo all’interpellanza urgente presentata dalla deputata del M5s Vittoria Baldino.

L’esponente grillina nel suo intervento ha ripercorso la lunga storia di questa strada che ha definito anche come la storia di uno scippo che si è consumato in particolare «durante il Governo a guida Berlusconi, di cui facevano parte molti degli esponenti dell’attuale, che ha distratto le somme destinate all’arteria per pagare le multe Ue sulle quote latte», ma anche una storia di promesse tradite e di lutti. Non a caso la 106 viene definita “la strada della morte” perché negli anni ha chiesto un tributo di 30 decessi l’anno, di 11.000 incidenti con 25mila feriti e oltre 750 morti.

Riammodernamento della 106, storia vecchia

Bastano questi numeri per capire l’urgenza dell’ammodernamento della strada, anche se il termine fa un po’ ridere se si considera che il tentativo va avanti dal 2001 quando con la famosa “Legge Obiettivo” venne finanziata l’arteria. Oggi a distanza di 21 anni l’arteria è completa solo per il 16%, il 10% è interessata da lavori in corso e il 74,5% dell’intero tratto è da ammodernare. Solo en passant va ricordato che in Puglia e Basilicata l’intera tratta è già ammodernata e di categoria B ossia due corsie per senso di marcia.

Le domande di Baldino (M5s) e le risposte del ministero

All’interpellanza della Baldino ha risposto Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura. Questi ha informato l’aula che la questione è già all’attenzione del ministero ed è stata approfondita nel corso dell’incontro del 9 novembre scorso fra il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto e il ministro Salvini che ha «espresso la determinazione a trovare nuovi strumenti normativi e finanziari per prevedere interventi risolutivi e stanziamenti chiari e spalmati su più anni». È evidente che non basta trovare le risorse, bisogna anche spenderle come dimostra la tormentata storia del terzo Megalotto che è stato finanziato oltre 20 anni fa e ancora non è completato, nonostante i lavori siano stati appaltati da tempo. Per questo si pensa ad un modello in stile Ponte Morandi per accelerare il più possibile la realizzazione.
Prima però vanno trovati i quattrini. Ci sono? «In considerazione dell'importanza di completare lavori avviati e di far partire nuovi cantieri che il territorio chiede da tempo, il Ministro - ha detto Mazzi - ha chiesto ed ottenuto di inserire risorse pari a 3 miliardi di euro nel disegno di legge di bilancio 2023 in linea con quanto previsto nell’allegato al Def 2022 che fra gli interventi prioritari annovera l’adeguamento della 106».

Tre miliardi non bastano

Ma il Governo non si limiterà qui, dice il sottosegretario. Anche perché tutti sanno che tre miliardi non saranno sufficienti. C’è tutto il tratto che va da Crotone a Reggio Calabria che ancora è in fase di progettazione e quindi dai costi non ancora quantificati. Su questo Mazzi ha assicurato che il Governo conta di ottenere presto nuove risorse. «Nei prossimi giorni Salvini sarà a Bruxelles - ha detto-. Sarà l’occasione anche per aprire un confronto sulla strategicità di quest'opera e la sua inclusione nella rete transeuropea dei trasporti Ten-T così da accedere a ulteriori finanziamenti europei. Siamo al lavoro per convogliare nuove risorse su quest’opera, indispensabile asse stradale per tutto il meridione».

Investimento pluriennale: ma quando?

Sulla base della risposta del Governo possiamo quindi concludere che i tre miliardi ci saranno, ma bisogna capire come verranno spalmati visto che si parla di investimento pluriennale. Difatti nella sua replica la Baldino che detto che si definirà soddisfatta «quando avrò modo di leggere nero su bianco nelle tabelle della legge di bilancio la presenza di questi stanziamenti e il loro dettaglio che ancora oggi non conosciamo. Oggi a prescindere dal colore politico dovremmo ottenere questo obiettivo comune - ha concluso - senza fare facili promesse, poi smentite dai fatti. Diciamo ai calabresi, quando avremo la possibilità di farlo, quali sono le risorse disponibili quali quelle residue, in quali tempi riusciremo a fare i lavori. Chiarezza, vogliamo chiarezza e massimo impegno senza pregiudizi e colori politici». È chiedere troppo?

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