A Perfidia l’ex presidente della Giunta regionale parla senza filtri della malattia e di ciò che gli ha insegnato: «Tanti sono spariti, specie a Taurianova, ma sui social trovo amore e sostegno»
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Il cancro al pancreas vissuto come una corona di spine: un Golgota, ma anche un ospite da sbeffeggiare. Sul proprio blog Nino Spirlì parla di sé, citando Pirandello, come dell’uomo dal fiore nel ventre. Venerdì ha scelto Perfidia, il talk di LaC Tv condotto da Antonella Grippo (rivedi qui la puntata), per tornare in tv. E lo ha fatto come sempre tenendosi lontano dalla banalità.
La puntata - il titolo è Straziami ma di baci Sdaziami - gli dà l’opportunità per non appiattisti alla valutazione mainstream su Donald Trump e le sue politiche erratiche. A Spirlì Trump piace: «La giostra dei dazi preoccupa il mondo ma la sua intemerata è legata a politiche pro America. Quelli che danno del cogl… a Trump sono, in grande, quelli che in piccolo davano degli cogl… a Spirlì quando era alla Regione, pensando che chi non somiglia a loro sia inadeguato». Critiche che arrivano da personaggi mediocri, secondo la valutazione dell’ex presidente facente funzioni della Regione: «Vorrei sapere quanti di questi abbiano creato un potere grande come quello di Trump. Lui è un uomo di titanio, può andare sulla Luna senza bisogno di un razzo. Pensare che si sia dato alla politica dei dazi alla carlona è da sciocchi: credo che avesse già considerato tutto, sia l’inizio della guerra economica che l’avvio successivo dei negoziati con tutti».
Spirlì parla del proprio rapporto con la malattia («col cancro si convive ma non si lotta») e mostra al pubblico i suoi “compagni di viaggio”, reliquie che indossa ogni giorno nel nome di una fede che dice «laica, nel senso che il cammino di fede non può essere solo pastorale ma deve essere coscienza, scelta maturata, come diceva Benedetto XVI».
«Quando è così - argomenta - hai davanti alla malattia un atteggiamento totalmente differente perché non c’è l’abbandono ma la pazienza, non c’è la preghiera sterile ma il confronto con il passato e i sacri testi da cui prendiamo spunto. Io convivo con il mio cancro, non lotto perché la lotta sarebbe impari: io non lo conosco mentre lui conosce molto bene me e ha trovato una chiave per entrarmi dentro».
I toni sono alti ma Spirlì non risparmia un assaggio di cruda realtà: «Il cancro ha avuto dei grandi alleati: i medici ignoranti della loro scienza, perché il cancro si ingrandisce se il primo alleato è un medico che si è fatto raccomandare per diventare medico da studente, per entrare in un ospedale da laureato e per rimanerci da finto professionista. Il male maggiore della sanità è la presenza nelle corsie di medici ignoranti, anche a Reggio Calabria ma è vero che accade dappertutto».
La prospettiva diventa più intima nel confessionale che chiude la trasmissione. Antonella Grippo chiede se Spirlì non pensi al tempo che passa in funzione della malattia: «Che i miei giorni possano essere sempre più compressi lo penso spesso, ma non mi interessa il quantitativo dei giorni che restano ma la loro qualità. Mi interessa dare un senso ai giorni e alle notti perché collezionare momenti vuoti equivale a lasciare una collezione senza valore a chi verrà dopo di me». La convivenza con quello che chiama «fratello cancro», poi, gli sta insegnano più di quanto non abbia «imparato in 63 anni di vita: mi sta insegnando l’umanità che io praticavo ma oggi conosco».
Il dio che atterra e suscita, che affanna e che consola, per citare Manzoni, è il dio che Spirlì riconosce «perché gli affanni sono un tratto della strada, siamo anime in gita sulla terra e non dobbiamo sprecare questa gita».
Quella conoscenza dell’umanità a cui accenna gli ha riservato anche sorprese amare come quella di chi si è sfilato, è sparito: «Tutta l’amministrazione comunale di Taurianova non l’ho mai vista, tranne l’attuale vicesindaco. Gli altri sono spariti in maniera poco elegante. Per il resto ringrazio tante persone e il popolo meraviglioso dei social, oltre 60mila che quotidianamente sono in contatto con me con auguri, spinta e compagnia».
Il fuoco di fila delle domande prosegue secondo lo schema classico. E così Spirlì confessa di aver «rubato qualche brioscina», di aver desiderato la fidanzata di qualche amico di gioventù prima di «passare al nemico». E a quel punto di aver «desiderato l’uomo d’altri, e me lo sono anche preso».
Battuta su Prodi: «È il più sexy dei politici nostrani perché riesce a resuscitare di tanto in tanto». Occhiuto invece è il più sensuale dei calabresi (sempre politici).
La chiosa è un appuntamento con Perfidia «a giorni belli: ci rivedremo sicuramente, non sappiamo per quanto tempo ci rivedremo ma ci rivedremo al meglio». L’uomo dal fiore nel ventre saluta. Ed è un arrivederci.