Oggi sarà il Consiglio regionale per eccellenza. Uno solo il punto all’ordine del giorno ovvero la madre di tutte le battaglie politiche: la sanità.

Roberto Occhiuto affronterà l’aula con in tasca non solo i super poteri per la costruzione dei nuovi ospedali, ma soprattutto con dati rassicuranti arrivati dal Ministero della Salute. Il comitato per i Lea (livelli essenziali di assistenza) ha certificato che anche in Calabria il punteggio per l’area della prevenzione arriva a 68, supera quindi la soglia di sufficienza fissata a 60. Commentando il dato il presidente/commissario Occhiuto aveva detto che «tutte e tre le aree che compongono il punteggio Lea - ospedaliera, prevenzione e distrettuale - ce lo aveva detto la Fondazione Gimbe qualche settimana fa, sono in costante crescita. Oggi arriva il bollino del Ministero: oltre che nell’area ospedaliera siamo dunque verdi anche su quella della prevenzione, e siamo ottimisti per il prossimo futuro per l’area distrettuale. Inoltre, dai calcoli che la struttura commissariale ha fatto in questi mesi, quando tra qualche settimana uscirà il report definitivo della Salute, la Calabria - dopo decenni - non sarà più ultima nella classifica Lea».

Certo non un punto d’arrivo, ma un buon risultato. Il problema è che la percezione nella cittadinanza non è mutata molto. Sono ancora tanti i problemi del settore che obiettivamente in pochi anni non potevano essere risolti. Così si annuncia un dibattito intenso in consiglio su quelle che sono le problematiche del settore.

Ferdinando Laghi (DeMa) sta preparando un intervento molto articolato, con documenti inediti, per evidenziare le leve sulle quali dovrebbe agire la struttura commissariale.

Sanitari imboscati

Il capogruppo del M5s, Davide Tavernise, invece, è pronto con il suo report sul fenomeno dei “medici imboscati” che ogni giorno si arricchisce di un nuovo capitolo. L’ultimo in ordine di tempo è l’Asp di Cosenza che soprattutto su pressione della Corte dei Conti ha diffuso il numero degli operatori sanitari sollevati dall’incarico per problemi di salute. Parliamo di operatori sanitari perché l’azienda di Cosenza ha fornito solo il numero di infermieri e non quello dei medici.

Ma nel report a firma del direttore generale Antonello Graziano c’è un dato significativo che spiega bene i problemi della sanità calabrese. La gran parte del personale infermieristico in forza all’Asp di Cosenza, cioè 106 unità, ha più di 60 anni. Altri 106 infermieri, invece, hanno fra i 50 e i 60 anni; soltanto in 23 hanno fra i 40 e i 49 anni e soltanto in nove(!) hanno fra i 30 e i 39 anni. Graziano lo scrive per dire che vista l’età media è fisiologico che in tanti abbiano l’astensione da lavori pesanti, ma resta il dubbio del tipo di assistenza infermieristica che può offrire un contingente anagraficamente così avanzato. Servirebbe come il pane una massiccia iniezione di forze fresche e formate in maniera moderna.

Intanto i numeri sul personale sanitario “imboscato” ovvero quello destinato ad altre mansioni o sollevato da quelle più pesanti nelle aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria arriva a 1625 unità. Un numero ancora parziale perché, come detto, l’Asp di Cosenza ancora non è riuscita a fornire il numero dei medici che si trovano in questa situazione.

In particolare nella sanità calabrese abbiamo 153 persone (23 Medici, 56 Infermieri, 10 OSS, 10 Tecnici Sanitari, 2 Ostetriche, 1 Fisioterapista, 1 Puericultrice e 2 Ausiliari) che svolgono funzioni amministrative. Altre 1.472 persone (115 Medici, 802 Infermieri, 114 OSS, 9 OTSA, 36 Tecnici Sanitari, 12 Ostetriche, 32 Fisioterapisti/Logopedisti, 13 Amministrativi, 2 Farmacisti, 1 Odontotecnico, 1 Dietista, 1 Puericultrice, 1 Ortottista e 1 Ausiliario Specializzato) che sono in possesso di inidoneità̀ certificata e/o idoneità con prescrizioni limitanti per lo svolgimento delle mansioni per le quali si è assunti.

Un numero di molto superiore alla media nazionale che va sottolineato non per una improbabile caccia all’untore, ma nel settore in cui si fa fatica a reperire personale ogni abuso di quello che è un sacrosanto diritto andrebbe perseguito con determinazione.