Chiarisce i contorni di una vicenda che si è svolta principalmente 'dietro le quinte', il presidente della Regione Mario Oliverio. Lo fa con una lettera al Quotidiano del Sud, in cui ribadisce il suo disappunto per la scelta del commissario, per cui non sarebbe stato consultato. Ammette di aver usato anche toni forti per difendere la Regione e i calabresi, ma nega di aver gridato, come invece riportato da tutti i retroscena nei giorni successivi.


"Il senso ed il rispetto delle istituzioni che mi appartiene e che, in nessun caso, mi avrebbe mai indotto ad assumere toni ed atteggiamenti poco consoni alla circostanza di una riunione importante come quella del Consiglio dei Ministri a cui sono stato onorato di partecipare in rappresentanza della Calabria - scrive il presidente Oliverio - Al Governo ho rappresentato, in termini pacati, il mio disappunto per il percorso seguito nella scelta del commissario “ad acta” per la gestione del Piano di Rientro della sanità calabrese".
"Nel corso del mio intervento ho ribadito, altresì, la necessità di affrontare la grave situazione in cui versa il sistema sanitario calabrese, attraverso scelte urgenti e mirate alla riqualificazione dei servizi ospedalieri e territoriali, a tutela della salute dei cittadini e per ridare la necessaria fiducia in un servizio, qual è quello sanitario regionale, anche al fine di invertire la tendenza crescente alla “mobilità passiva”, ovvero al ricorso a strutture esterne alla nostra regione.Ho auspicato, infine, -conclude il presidente della Regione- la necessità di accelerare la fuoriuscita dalle condizioni che hanno determinato il commissariamento nei tempi strettamente necessari e, comunque, entro il 31.12. p.v.".


Oltre alla lettera al Quotidiano, Oliverio ha anche utilizzato la sua pagina di Facebook per ribadire gli stessi concetti.


"Mi preme ribadire che la gestione commissariale aveva il compito, non solo di far rientrare il debito, ma anche di riqualificare i servizi. Il risultato indica che il debito è rientrato solo parzialmente e che i servizi versano in allarmante situazione. Nel corso del recente Consiglio dei Ministri, cui ho partecipato, con pacatezza, come è nel mio costume, ed altrettanta schiettezza ho espresso un punto di vista: la gestione commissariale ha utilizzato una dannosa mentalità ragionieristica che ha incentivato da un lato la mobilità passiva, dall’altro peggiorato i servizi. Occorre, presto, invertire la rotta: la Calabria è una regione che deve avere le stesse credenziali di altre. Entro il 31 dicembre prossimo la Calabria dovrà uscire dal commissariamento e ritornare ad una situazione di ordinarietà. Naturalmente, nel frattempo, non può pensarsi che il presidente abdichi alle sue funzioni".