La rivolta degli uffici amministrativi della Regione Calabria potrebbe essere scongiurata grazie a una nuova legge da approvare a stretto giro in Consiglio.

È questa la soluzione a cui i burocrati di Palazzo Campanella starebbero lavorando per evitare la sospensione delle indennità finora percepite dai dipendenti pubblici inseriti nelle strutture speciali di politici e dirigenti regionali.

Una sentenza del 2017 del Tribunale di Catanzaro, confermata in appello nel dicembre 2020, sta producendo i suoi effetti solo adesso, anche perché nella partita sarebbe entrata pure la Corte dei conti, a cui spetta il compito di verificare possibili danni erariali. 

Indennità illegittime 

Il Tribunale ha giudicato illegittime le indennità di struttura percepite dagli staff della Regione, in quanto non previste dalla contrattazione collettiva, e chiesto pure il recupero delle somme già corrisposte. 

Un problema enorme che riguarda le centinaia e centinaia di dipendenti che operano nelle strutture e il cui lavoro non può essere ancorato a precisi orari di ufficio. 

I soldi extra – che possono oscillare dai 500 ai 2mila euro al mese – sono sempre stati erogati come trattamenti accessori in virtù del surplus di prestazioni dei dipendenti inseriti nelle “speciali”. 

Il guaio è che, di recente, gli uffici della Cittadella avrebbero pure ricevuto un parere dei revisori dei conti della Regione con il quale si consiglia lo stop alle indennità. Uno scenario che potrebbe scatenare la rivolta dei dipendenti interessati e il conseguente blocco delle principali attività amministrative della Regione. 

Problema da affrontare

Fonti qualificate della Cittadella, contattate da Lacnews24, assicurano che non vi sarà alcun blocco dei pagamenti, almeno nel breve periodo. 

Il problema tuttavia esiste e va affrontato al più presto. I tecnici del Consiglio regionale, nello specifico, sarebbero al lavoro da qualche settimana per modificare le norme sulle strutture speciali. Secondo le ultime indiscrezioni, si sarebbe presa a modello la legge 1 del 2012 della Regione Campania, nella quale si specifica che, per il personale assegnato agli uffici di diretta collaborazione di politica e dirigenza, tutte le voci del trattamento economico accessorio previste dagli istituti retributivi di cui ai contratti collettivi di lavoro (produttività, indennità per particolari funzioni, straordinario) «sono sostituite da un unico emolumento omnicomprensivo, da corrispondere mensilmente, parametrato alle attività effettivamente assegnate».

Il silenzio di Pietropaolo

Lacnews24 ha provato per tre giorni a chiedere chiarimenti su tutta questa vicenda all’assessore al Personale, Filippo Pietropaolo, che tuttavia ha sempre preferito non rispondere, malgrado l’entità del problema che riguarda la Regione e i suoi dipendenti. 

Proprio Pietropaolo – candidato non eletto in Consiglio ma comunque nominato nella Giunta calabrese su indicazione della commissaria di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro – potrebbe subire gli effetti della mancata soluzione di una vicenda che sta facendo tremare gli uffici della Regione. 

Senza una via d’uscita, infatti, le difficoltà dei dipendenti e il loro timore di dover restituire quanto percepito finora potrebbero portare al rallentamento della macchina amministrativa e complicare così i piani politici del governatore Roberto Occhiuto. Con tutte le conseguenze del caso.