CATANZARO - Terzo incomodo e ago della bilancia, alle regionali in programma verosimilmente nel prossimo mese di novembre bisognerà tenere conto del Movimento 5 Stelle che, per la prima volta dalla sua nascita, si confronta in una competizione localistica in Calabria.

Alla conquista della Regione. Il test europeo ha attestato i grillini intorno al 25%, ben al di là della soglia di sbarramento del 15% disposto dalla controversa legge elettorale licenziata poche settimane fa, tra le polemiche, dal consiglio regionale. Probabilmente non basterà quest’espediente per tenere fuori da palazzo Campanella i pentastellati. Al momento però le truppe grilline si muovono sottotraccia, tra un meet-up ed un altro.

Spaccature. Il movimento però è spaccato in due. Da una parte il gruppo capeggiato dal senatore Nicola Morra, uno dei papabili a strappare la nomination per candidarsi alla presidenza della Regione, dall’altro quello rappresentato dal deputato Sebastiano Barbanti e dal senatore Francesco Molinari.  Da una parte loro due, dall’altre il resto della deputazione calabrese in salsa grillina: la vibonese Dalila Nesci, sempre più attiva sul fronte della comunicazione, il catanzarese Parentela, la reggina Dieni. Una faida che si trascina ormai da diversi mesi che potrebbe condizionare le scelte e il futuro del Movimento 5 stelle in Calabria. Quanto mai spaccato da una lunga serie di tensioni. Fuoco sotto cenere, pronto a venir fuori in corrispondenza con le regionali. C’è infatti un programma tutta da scrivere e posizione diametralmente opposte sul modo di affrontare i problemi calabresi. Probabile che per uscire dall’empasse Grillo e soci si affidino alle solite consultazioni, ma nelle loro grazie c’è sempre lui, il senatore genovese di nascita e cosentino d’adozione Nicola Morra.