Il candidato alla carica di presidente sostenuto dal Pd si dice pronto per una delle battaglie più difficili: «Ai calabresi dobbiamo delle risposte»
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Il “nuovo” Pd, il «Pd di Nicola Zingaretti, ha avuto l’umiltà di riconoscere gli errori e di cominciare a fare pulizia all’interno, avendo scelto di appoggiare chi non è disposto a negoziare nulla quando si tratta di legalità, trasparenza e meritocrazia nella gestione della cosa pubblica».
Non ha dubbi Pippo Callipo, candidato alla presidenza della Regione Calabria, e già si prepara ad una delle battaglie più forti che potrebbe essere chiamato a combattere semmai le urne dovessero confermare il suo nome il prossimo 26 gennaio.
La guerra contro la 'ndrangheta...
La data delle elezioni si avvicina e il re del tonno mette sul piatto la difficile questione della «battaglia contro ‘ndranghetisti e corrotti», la madre di tutte le battaglie, dice, che «non ha non ha colore politico» e dalla quale potrebbe ripartire, una volta vinta, «qualsiasi progetto di sviluppo economico e sociale».
...e la malapolitica
In questo solco, riprende le parole dell’imprenditore Antonino De Masi e l’invito rivolto ai «mafiosi con la lupara e con la penna a non votare la coalizione» che guiderà. «È anche grazie a lui che ho deciso di accettare questa sfida – ammette Callipo - ed è per persone come lui che non mollerò finché la Calabria non sarà libera dalla malapolitica. Ne daremo una dimostrazione concreta a partire proprio dalle liste che saranno composte da persone pulite e trasparenti, perché la lotta per la legalità è e continuerà ad essere il punto fondante della nostra azione politica e su questo non faremo sconti a nessuno, mai.
L'mpegno nel nome dei calabresi onesti
«Ogni giorno i cittadini calabresi, oltre a dover lottare per vedere riconosciuti i loro diritti, assistono a inchieste e arresti che svelano quanto l’illegalità si sia radicata fino a farsi sistema nel cuore delle istituzioni. A questi cittadini dobbiamo delle risposte e proprio per loro ho deciso di lanciarmi nella missione di rivoluzionare la Regione».