Investitura ufficiale per Callipo tra le lacrime, Zingaretti: «In ballo il destino di una regione»

Incontro a Lamezia tra l'imprenditore vibonese e il segretario nazionale del Pd in vista delle prossime elezioni del 26 gennaio: «Abbiamo accettato la sfida di ridare speranza ai calabresi, possiamo vincere». Commosso il candidato alla presidenza: «È l'occasione per fare la rivoluzione che tutti vogliamo»

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di Pietro Bellantoni
6 dicembre 2019
18:45

Piange, Pippo Callipo. Solo applausi, per lui. Applaude Zingaretti, applaude tutto lo stato maggiore del Pd calabrese. Per il “re del tonno” non poteva esserci investitura migliore. All'indomani della proposta/provocazione di Oliverio, che ha chiesto a tutti un passo indietro, il centrosinistra risponde in modo compatto e porta in trionfo Callipo. Al suo fianco, oltre a Zingaretti, ci sono il commissario regionale Graziano, il responsabile della segreteria per il Sud Oddati, tanti consiglieri regionali (Irto, Battaglia, Guccione, Bevacqua, Giudiceandrea, Bova), dirigenti, militanti, ma anche un assessore della giunta Oliverio, Angela Robbe.
Callipo piange quando ringrazia i figli: «Sono loro ad avermi dato il consenso per candidarmi». Poi lancia il suo manifesto: «Siamo qui per fare la rivoluzione che tutti vogliamo»

Zingaretti: «Possiamo vincere»

Zingaretti per prima cosa promette che tornerà tante altre volte, da qui al 26 gennaio: «Ci vedremo spesso per combattere insieme questa battaglia. Non sapete quanto starei meglio qui piuttosto che a fare politica nazionale».
In Calabria, secondo il segretario, «sta accadendo qualcosa di bellissimo. Abbiamo accettato la sfida di ridare speranza ai calabresi. Ma per vincere dobbiamo guardare negli occhi le persone e combattere. Nessuno pensi che siccome il vento non va nel senso di tenere tese le vele bisogna ammainarle. No, bisogna alzarle. Possiamo vincere».
«Abbiamo fiducia in questa terra e nei calabresi», dice ancora Zingaretti, convinto della necessità della battaglia, «sapendo che la forza poltiica che tenterà di carpire le paura non è fondata su un progetto di sviluppo, ma su una parola: l'odio nei confronti degli altri, dei più deboli, dello Stato, della democrazia e delle istituzioni».
«L'odio, però, non crea lavoro», chiosa il governatore laziale. Che torna a dire «grazie» a Callipo, simbolo di una Calabria che «sa risolvere i problemi».
Questa è «la rivoluzione di Callipo. Vogliamo avere l'ambizione di crescere e sviluppare qui l'economia, nel segno della libertà e della onestà assoluta».


«Non sono in gioco i destini di una persona»

Zingaretti non fa passare sotto silenzio le tensioni che attraversano il partito calabrese.
«Il percorso del Pd – ammette –, «è stato difficile. Avrei anche potuto far finta di niente, sarebbe stato più facile e magari poi avrei cercato una scusa per un cattivo risultato. Invece abbiamo fatto una scelta, forse la più difficile ma anche la più giusta».
È un messaggio implicito a Oliverio, a cui, pur senza nominarlo, Zingaretti (sarà l'unica volta in cui alzerà la voce) riserva un duro trattamento: «Non sono mai in gioco i destini di una persona, ma quelli delle persone, di una comunità, di una regione. Non siamo in gioco noi stessi, che non contiamo niente».
Il Pd è con Callipo «per amore della Calabria, solo se vince lui – sottolinea il segretario – la Calabria si può rimettere in piedi».
Questa regione non ha bisogno di un «burattino scelto da Roma». Zingaretti non sa quali saranno le scelte della «politica romana» per il centrodestra, ma sa «che Callipo non l'ha candidato nessuno, perché è un uomo libero che ha scelto di scendere in campo e ha chiesto ai partiti di mettersi al servizio della Calabria. Sarà libero e risponderà solo ai bisogni della sua comunità. Pippo è la Calabria che difende la Calabria. Bisogna salvarla da chi non gliene frega niente».

Callipo: «È l'occasione per la rivoluzione»

Callipo è convinto che la presenza di Zingaretti sia uno spartiacque: «Abbiamo bisogno di questi segnali. I calabresi hanno capacità e intelligenze per risalire la china. Dobbiamo invertire la marcia, ma ho bisogno dell'aiuto dei calabresi».
L'ex presidente regionale di Confindustria dice di aver già rivolto la prima istanza ai sindacati, poi torna sui giovani, che «per rimanere devono trovare un lavoro». «L'azienda Calabria», per Callipo, dovrà andare avanti per meritocrazia. Basta con i bandi che escono 5 giorni prima perché ci sono domande già pronte e protocollate. Dobbiamo recuperare quella parte di personale della Regione che ha voglia di riscattarsi. Le deleghe saranno assegnate per settore di competenze, a persone esperte».
Un passaggio lo dedica a Gioia Tauro: «Deve trasformarsi in un giardino, dobbiamo invitare gli imprenditori a vederlo e a investire. Lì c'è una possibilità enorme». Programmi? «Io mi voglio impegnare nell'attuazione dei programmi».
Infine, un appello: «Facciamo votare tutti, facciamo capire che questa è l'occasione per la rivoluzione». Callipo chiude ricordando i calabresi costretti a emigrare: «Mi hanno scritto in tanti (piange ancora, ndr) per incoraggiarmi ad andare avanti».
Standing ovation prima della chiusura: «Viva la Calabria, viva i calabresi».

Graziano: «No ai voti della 'ndrangheta»

«In questi mesi abbiamo lavorato per aprire – spiega Graziano–. Zingaretti ha fissato una linea, senza mai cambiarla e aprendo alla società civile. Con Callipo il Pd sceglie una persona che non è del Pd, ma che ha dato prova di come si vive. Lo ringraziamo Callipo, è un imprenditore che ha denunciato la 'ndrangheta e noi i voti della 'ndrangheta non li vogliamo».

Giornalista
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