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Excusatio non petita, accusatio manifesta. La scelta dei tempi per le dichiarazioni sul referendum non è molto felice per Mario Oliverio. Sarà che il vento del no spira forte anche in Calabria e confonde gli animi di un Pd che, sulla carta, è tutto schierato per il sì alla riforma costituzionale, ma ieri ad Amantea Oliverio ha voluto spiegare i motivi per i quali ha scelto la parte di Renzi in questa campagna elettorale. E lo ha fatto escludendo ogni patto o accordo concluso con il governo nazionale.
La singolarità è che Oliverio decide di fornire tale spiegazione proprio mentre su tutti gli organi di stampa nazionale viene ricostruita, con dovizia di particolari, la storia di quell’emendamento alla legge di stabilità, presentato da un drappello di deputati del Pd, per modificare le regole sul commissariamento della sanità. In buona sostanza l’emendamento andava a rimuovere l’incompatibilità tra la carica di governatore e quella di commissario della Sanità, tornando indietro di due anni e al regime in forza quanto era presidente della giunta Giuseppe Scopelliti.
Una norma che avrebbe avuto effetti nell’immediato in Campania e in Calabria e che quindi i media nazionali hanno identificato come pro De Luca, governatore della Campania. Un modo, secondo i cronisti, che Renzi ha usato per chiudere accordi sui territori per garantirsi il sostegno sui territori.
Dunque, proprio in questo giorno, Oliverio ha deciso di spiegare ai calabresi che lui non ha fatto nessun accordo con il premier. Chissà se perché si è sentito sminuito dal fatto che la norma non sia stata definita pro-Oliverio. Fatto sta che ha detto a tutti i “dietrologi” di stare tranquilli.
«State tranquilli e stiano tranquilli tutti quelli che sono abituati a fare dietrologia a buon mercato: non c'è nessuno scambio, nessuna promessa, nessun patto di interesse fra me e Matteo Renzi, ma la mia profonda convinzione della necessità di una riforma costituzionale per il nostro Paese». Ha esordito così il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, rivolgendosi, è scritto in una nota - «Quando nel mese di giugno, e quindi in tempi non sospetti, da Lamezia diedi vita ai comitati per il sì in tutta la Calabria - ha spiegato Oliverio - lo feci perché capii che questa è un'occasione unica ed irripetibile per mettere il nostro Paese al passo con i paesi più avanzati del mondo e dell'Europa».
Se poi l’emendamento dovesse essere ripresentato o inserito nel decreto mille proroghe invece che nella legge di stabilità, sarebbe da considerare solo una felice coincidenza.
Riccardo Tripepi