Proteste e assalto a Caf e sportelli dei Servizi Sociali. È solo l’inizio della difficile estate che segna la fine del reddito di cittadinanza. L’ormai famoso sms in cui l’Inps comunica la sospensione del sussidio “come previsto dall’articolo 48 del decreto legge 20/23 in attesa eventuale presa in carico dei Servizi sociali” a 169mila famiglie ha scatenato, come era prevedibile, il panico nelle migliaia di persone che ad agosto hanno visto scadere il limite di 7 mesi imposto dal governo Meloni.

«Bisogna intervenire immediatamente prima che le minacce di assalto ai servizi sociali diventino realtà, prima che qualcuna o qualcun assistente sociale venga aggredito» avverte Gianmario Gazzi, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali «L’invio di un sms da parte dell’Inps nel quale si annuncia la sospensione del Rdc ai cosiddetti occupabili sta scatenando una guerra».

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Via il sussidio a chi può lavorare

I 169mila nuclei familiari che non riceveranno più alcun sussidio sono quelli dichiarati “occupabili” dalla nuova normativa perché non hanno al loro interno disabili, minori o over 65. Dovranno attivarsi presso le agenzie per il lavoro e se non riusciranno a trovare un'occupazione avranno diritto al Supporto formazione lavoro che dovrebbe partire a settembre, personale e non legato al nucleo familiare, che vale 350 euro al mese per massimo 12 mesi.

Anche per i non occupabili il reddito di cittadinanza ha i mesi contati e dal 1 gennaio 2024 sarà sostituito dall’Assegno di Inclusione Sociale.

Orrico: «Guerra ai fragili»

«Il Governo ha dichiarato apertamente guerra ai fragili, in particolar modo ai fragili del meridione dove la fasce a rischio povertà sono più ampie» - ha detto alla nostra testata Anna Laura Orrico, coordinatrice in Calabria di quel Movimento 5 Stelle che del reddito di cittadinanza fu il promotore nel 2019. «Senza ritegno, senza metterci la faccia, l’ormai indecente, ed equivoco, sms che ha gettato nel panico qualcosa come 169mila nuclei familiari percettori del Reddito di cittadinanza rappresenta un pugno nello stomaco per le emergenze sociali del Paese. Colpisce il modo, l’assenza di empatia e di obiettivi alternativi: l’hanno rimpiazzato con una mancetta che lascia soli in parecchi, troppi».

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I numeri del Reddito di Cittadinanza in Calabria

Nella classifica delle città italiane che hanno visto più cancellazioni ci sono due calabresi: Cosenza, sesta con 5.234 nuclei familiari esclusi e Reggio Calabria, al nono posto con 3.714 famiglie a cui è stato tolto il sussidio. Sono quelli che non rientreranno nell’Assegno di Inclusione e resteranno, quindi, senza nulla.

Nonostante il picco di Napoli, che stacca tutte le città d’Italia con più di 21.500 stop, è la Sicilia la regione a soffrire di più. Qui 37.600 famiglie non riceveranno più alcun sussidio.

«Come pensa il Governo di supportare questa fase delicata, che getta nello sconforto tante famiglie, se prima non offre valide proposte in termini di formazione, riqualificazione e politiche attive volte a reimmettere nel circuito lavorativo persone che ormai non trovano lavoro da oltre un decennio?» - scrivono in una nota congiunta i sindaci di Catanzaro, Reggio Calabria, Crotone e Cosenza, Nicola Fiorita, Paolo Brunetti, Vincenzo Voce e Franz Caruso «Il governo ha gestito malissimo la transizione che abroga il reddito di cittadinanza. Deve correre ai ripari e chiedere anche scusa per il freddo messaggio inviato a milioni di percettori che sono stati gettati nello sconforto e nell’incertezza per il futuro».

In Calabria, a febbraio 2023, ultimo dato disponibile dell’Inps, le famiglie che hanno percepito il reddito di cittadinanza sono state 66.678, 12.120 a Catanzaro, 24.166 a Cosenza, 8.197 a Crotone, 17.720 a Reggio Calabria e 4.475 a Vibo Valentia. Le persone coinvolte in tutta la regione erano quasi 150mila. Mediamente il 15% delle famiglie calabresi percepiva il reddito di cittadinanza, in 59 comuni si arrivava ad 1 famiglia su 10, il 20%.

Disoccupazione e cancellazione del Rdc: «Bomba sociale pronta ad esplodere»

«Hanno criminalizzato i percettori del Reddito di cittadinanza e si accaniscono anche nei confronti di chi la misura l’ha gestita con merito, come l’ex presidente dell’Inps Tridico. La commissione farsa che hanno proposto sul Rdc non è altro che una vendetta politica nei confronti del M5S e di chi sta dalla parte degli ultimi. Col carovita e l’inflazione che galoppano, coi tassi dei mutui che stanno piegando le famiglie come faranno gli italiani ad affrontare l’autunno?» - attacca ancora Orrico e i dati che arrivano dall’Istat prevedono che l’autunno sarà veramente nero. Poco meno di un quarto della popolazione italiana è a rischio povertà o esclusione sociale, più di 14 milioni di persone, ma nelle regioni del Sud la percentuale tocca pericolosamente il 40,6%. Per la Cgia a Cosenza, maglia nera calabrese della disoccupazione, saranno 1883 le persone che si ritroveranno senza un impiego durante quest’anno, +5,3%, undicesima tra le province italiane in cui la disoccupazione crescerà di più. Sembrerebbero più bassi i numeri delle altre province calabresi, ma in realtà in rapporto alla popolazione ci sono percentuali anche più alte. Come a Crotone, dove si arriverà a +7,8% di disoccupati.

«C’è una bomba sociale pronta ad esplodere» - dice ancora Anna Laura Orrico. «E il governo Meloni fa quello che è abituato a fare: stare dalla parte dei lobbisti, degli evasori, dei forti, di quelli che hanno rapporti chiacchierati con lo Stato, anzi, se possibile, questi soggetti li fanno pure ministri. Sono proprio curiosa di vedere che offerta al ribasso presenteranno sul salario minino, sempre se la presenteranno. Di solito per i poveri non lasciano neanche le briciole».