Il primo cittadino rompe gli indugi e prende posizione contro il progetto: «Non ci piace né come idea di sviluppo né come proposta di mobilità. Se porterà turisti? Mica è la Tour Eiffel»
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«Se sarà necessario mettere la fascia tricolore per dimostrare che un territorio non si calpesta lo farò». Giusy Caminiti spazza via i dubbi residui e si conferma il suo No netto al Ponte: «Siamo 12 consiglieri, amministratori di maggioranza, e siamo per il No al ponte sullo Stretto. Chi dice il contrario forse non è molto attento: noi questa posizione l’abbiamo espressa a novembre 2022».
Punto e a capo. Il sindaco di Villa San Giovanni Giusy Caminiti ha chiuso la partita. E lo ha fatto durante l’ultimo incontro contro la mega opera diventata che catalizza il dibattito politico.
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L’amministrazione villese è «da sempre» e adesso anche ufficialmente e istituzionalmente No ponte. Ma sull’opera Caminiti chiarisce punto per punto: «Abbiamo detto che noi non crediamo nel Ponte sullo stretto né come idea di sviluppo, perché da noi lo sviluppo è diverso, né come idea di mobilità sullo Stretto, né come infrastruttura. E non pensiamo certo che possa portare benefici al turismo: che nessuno ci venga a dire che vale come la Tour Eiffel». Caminiti critica una visione di sviluppo che chi «c’è stato prima non è riuscito a produrre».
La sindaca invita i cittadini a «occupare gli spazi che in questo paese ci sono per comunicare» in vista del Consiglio comunale aperto del 12 aprile con argomento (ovviamente) il Ponte sullo Stretto. E poi rilancia l’idea di sviluppo che ha in mente per la città: «Una mobilità dinamica che si coniughi con la vocazione turistica dell’area Nord del nostro paese per non rinunciare a Villa capitale europea. Abbiamo immaginato un approccio green e smart, una città dei trasporti che potesse sulla base degli obiettivi e dei principi dell’agenda 2030 concorrere con le grandi capitali marittime come Rotterdam. È chiaro che l’idea del Ponte sullo Stretto cozza con la nostra visione di città». Leggi tutto sul Reggino.