«Ogni volta che attraverso il Ponte sullo Stretto, ritengo che solo il nostro Paese può avere dei dubbi sul realizzarlo. In altre nazioni lo avrebbero già costruito».
Il Viceministro dei trasporti Edoardo Rixi non nutre incertezze sull’importanza di edificare l’imponente opera infrastrutturale tra Messina e Villa San Giovanni al centro di vibranti discussioni che dividono l’opinione pubblica. L’esponente della Lega lo ha chiarito in mattinata in occasione della visita al Porto di Gioia Tauro.

«Il Ponte è l'unica opera sul territorio nazionale che si ripaga in due anni. Basti pensare che l’alta velocità tra Milano e Firenze si ripaga in quasi novanta anni- ha spiegato Rixi -. Eppure, ci sono italiani che vanno in Europa a dire di bloccare il Ponte. Sembra non sensato. Mi sorprende il fatto che in un Paese come il nostro ci sia ancora qualcuno che è ideologicamente contrario alle infrastrutture. Io, attraversando tutta l'Italia, credo che invece il problema di una mancata crescita di alcune aree sia stata dovuta anche a una mancanza di infrastrutture. Bisogna capire che il Ponte sarà un patrimonio che rimarrà alle future generazioni. Non appartiene a una persona, un partito o uno schieramento politico».

Il rappresentante del Governo Meloni, per migliorare la connessione tra sud e il nord del Paese, ha rimarcato, altresì, l’importanza del progetto che prevede la realizzazione di una nuova linea ferrovia con caratteristiche di Alta Velocità, sulla direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria. Rixi ha elencato anche una serie di investimenti, in Sicilia e in Calabria, che interessano la rete stradale. Ma il ponte sullo stretto rappresenta l’opera più complessa da eseguire.

«Diventerebbe quel salto di qualità che ci consentirebbe di guardare a testa alta gli altri Paesi e di far capire che noi italiani siamo ancora in grado di accettare e giocarci delle sfide importanti per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti – ha affermato il Viceministro -. È chiaro che noi siamo un Paese che è diventato ricco per i tanti sacrifici fatti in passato. Siamo famosi per il turismo che proviene da tutto il mondo per vedere cosa siamo stati in grado di fare nei secoli passati. Mi piacerebbe dimostrare che siamo ancora gli stessi italiani che sono in grado di lasciare dell'eredità per le generazioni future. Anche per far capire ai giovani che il nostro Paese vuole continuare a sognare senza rassegnarsi al declino. Secondo me, il Ponte, con la centralitá che darebbe all'Italia nel Mediterraneo, ci consentirebbe di essere il perno dello sviluppo di tutta l’area».