«Con scarso senso etico e mancanza di rispetto nei confronti dei calabresi, messi in ginocchio da una emergenza sanitaria diventata da subito crisi economica, ritiene prioritario procedere alle nomine della sua struttura speciale». Non usa mezze misure la senatrice Bianca Laura Granato (M5s), nel criticare il presidente f.f. della Regione, Nino Spirlì, per le nomine effettuate in piena emergenza Covid. La vicenda, rivelata da LaC News24, sta sollevando molte polemiche anche sui social, dove migliaia di cittadini mettono in evidenza il paradosso di una Regione vicina al termine della legislatura, che però non rinuncia a distribuire incarichi.

 

«La moltiplicazione delle nomine e delle poltrone - continua la senatrice cinquestelle -, in tempi di smart working in ossequio alle misure di contenimento del contagio da coronavirus, è proprio un controsenso. Ironia a parte, c’è poco da stare allegri davanti a quello che è uno dei primi atti del presidente facente funzione della Regione Calabria, il signor Nino Spirlì. Con il lutto nel cuore per la scomparsa dell’amica Jole Santelli, si butta a capofitto nella nuova funzione dando priorità agli onori, più che agli oneri. Ritiene prioritario procedere alle nomine della sua struttura speciale piuttosto che premere l’acceleratore, ad esempio, sulla realizzazione di 136 posti di terapia intensiva e 134 di sub-intensiva, e recuperare il ritardo accumulato nell’estate dei frizzi e dei lazzi tra discoteche open bar e le vacanze pagate a Muccino e company».

 

E ancora: «Per carità, è un suo diritto avvalersi della preziosa collaborazione di esperti burocrati e consulenti specializzati, lo permette la legge: ma dopo la conferma dei due componenti ereditati dalla compianta presidente, lo staff si allarga di altri sette che hanno sicuramente il valore aggiunto nei curricula di essere fedelissimi della Lega, partito di provenienza del signor Spirlì. Evidentemente ha bisogno di tanti rinforzi perché da solo certo non ce la fa a reggere allo stress e alla responsabilità che gli è piovuta sulla testa».

 

Infine, Granato chiede retoricamente a Spirlì se «era eticamente opportuno procedere in questa direzione, mentre centinaia di partite iva sono costrette ad abbassare le serrande e a pregare in un veloce ristoro dello Stato. «Se questo governo regionale fosse stato altrettanto veloce nello spendere i soldi messi a disposizione dal Governo – parliamo di 86 milioni di euro – per assumere medici e infermieri, per creare posti di terapia intensiva, realizzare il centro covid regionale e i covid hotel, oggi la Calabria non sarebbe Zona Rossa».

 

Il Codacons annuncia un esposto alla Corte dei Conti

Fortemente critico anche il Codacons, che annuncia un esposto alla Corte del Conti e sottolinea in una nota che «mentre i calabresi sono costretti a rimanere in casa e le imprese soffocano per i provvedimenti restrittivi, figli di una sanità in ginocchio, la politica locale si affretta per dispensare incarichi ad amici e parenti, prima dello scioglimento del consiglio regionale».

 

«La morte del Presidente – ricorda il Codacons - comporta le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio regionale. Tuttavia, fino a nuove elezioni (da svolgersi entro 60 giorni), Giunta e Consiglio rimangono in carica, ma solamente per garantire l’ordinaria amministrazione. Dovranno limitarsi, quindi, ad adottare esclusivamente atti “urgenti ed improrogabili”. Ovvero quegli atti che, laddove venissero omessi, finirebbero per provocare un gravissimo danno o la cui mancanza configurerebbe un inadempimento rispetto a precisi obblighi imposti dalle leggi, da provvedimenti amministrativi o da impegni contrattuali».

 

Non certo l’approccio tenuto dall’amministrazione regionale: «Assistiamo ad atti che con l’ordinaria amministrazione c’entrano ben poco - sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons -. Proprio mentre il presidente Conte annunciava in diretta tv che la Calabria era “zona rossa” a causa di una sanità allo sfascio, il presidente f.f. Spirlì era intento a dispensare nomine. Ben 8 solo negli ultimi tre giorni. Altro che ufficio di collocamento. Sicuramente soggetti indispensabili per il funzionamento del suo Ufficio di Gabinetto e della sua struttura personale, così come fondamentali saranno non uno, ma ben due autisti. Tutti costi che finiranno per pesare sulle casse regionali e di conseguenza sui cittadini». Da qui la decisione di investire della questione la Corte dei Conti «trattandosi di un comportamento difforme rispetto a quanto previsto dalle disposizioni di legge». «I giudici contabili valutino se sussistano gravi irregolarità in siffatte nomine nonché se sussista un danno relativamente alla gestione delle risorse finanziarie della Regione». Infine una bacchettata il Codacons la riserva all’opposizione consiliare e al «suo assordante silenzio».