Il giovane senatore forzista, ormai da mesi uomo forte del centrodestra vibonese, a questo punto è sempre più strategico anche negli assetti regionali del partito. Prossima tappa, salvo improbabili colpi di scena, sarà la conquista della provincia di Vibo, al voto nella tornata del 31 ottobre prossimo. La vittoria di “Forza Tropea” dovrebbe essere letta come il tentativo coraggioso di affermare e rivendicare il proposito di affrontare le sfide amministrative con le insegne di una politica innovativa ma nello stesso tempo nel solco di schemi tradizionali
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La vittoria dell’avvocato Giovanni Macrì alle elezioni comunali di Tropea, è un’altra casella inanellata dal centrodestra e in particolare da Forza Italia, grazie all’intuizione del senatore Giuseppe Mangialavori. Il giovane senatore forzista, ormai da mesi uomo forte del centrodestra vibonese, a questo punto, è sempre più strategico negli assetti regionali del partito. Dal 4 marzo ha praticamente vinto tutti gli appuntamenti elettorali della sua provincia e non solo, dopo aver guidato e conquistato per Forza Italia il collegio senatoriale calabrese. Prossima tappa, salvo improbabili colpi di scena, sarà la conquista della provincia di Vibo, al voto nella tornata del 31 ottobre prossimo.
Anche in quella postazione, Mangialavori ha piazzato un altro uomo della sua squadra, Salvatore Solano, primo cittadino di Stefanaconi. Il sindaco del centro vibonese, è venuto fuori al termine di una complicata mediazione all’interno della composita galassia del centrodestra del territorio vibonese. Una partita che Mangialavori ha condotto con pazienza e autorevolezza. Alla fine, sul campo sono caduti, forse per la prima volta, i vecchi giocatori politici della provincia di Monteleone, a cominciare dagli ex Presidenti dell’ente intermedio. Mangialavori, infatti, con abilità ha disinnescato le trappole e i tradizionali tentativi di condizionamento ad opera dei vecchi maestri del trasformismo politico locale. Già solo per questo: chapeau al senatore azzurro.
La conquista di Tropea, dunque, è stata una tappa importante. Tropea non è una cittadina qualsiasi ma è la capitale del turismo regionale. Un modello dal quale bisogna partire per pianificare lo sviluppo futuro del turismo nella nostra regione. La perla del Tirreno aveva una storia amministrativa travagliata e veniva fuori da uno scioglimento per infiltrazione mafiosa. La battaglia elettorale, tra l’altro, è stata molto sofferta. Quattro le liste in campo. Nonostante ciò, Giovanni Macrì si è affermato con oltre il 40% dei suffragi. Il nuovo Sindaco si era presentato con la lista Forza Tropea. Quasi un azzardo in tempi in cui i partiti preferiscono rifugiarsi nel civismo per sfuggire al vento dell’antipolitica che soffia su tutta la politica tradizionale.
E, invece, la scelta perpetrata da Mangialavori e da Macrì si è rivelata vincente, dimostrando che, se s’investe sulla buona politica, sugli uomini giusti e su buoni programmi, la politica può ancora prevalere sulla moda della contestazione imperante dei partiti e sul populismo parolaio. In tal senso va letta la vittoria di “Forza Tropea”, ovvero, come il tentativo coraggioso di affermare e rivendicare il proposito di affrontare le sfide amministrative con le insegne di una politica innovativa ma nel solco di schemi tradizionali.
Dopo la vittoria, invece, alcune maliziose interpretazioni politiche, avversari interni e non solo, della sfida tropeana, nel tentativo di sminuire la portata della vittoria, hanno cercato di accreditare ipotesi grossolane ed anche un po’ marchiane, liquidando il successo targato Mangialavori come il frutto di inciuci e compromessi al ribasso tra fronti politicamente contrapposti. Chiaramente una palese forzatura, forse dettata dall’incapacità di comprendere il fatto che, la partita vibonese, rappresenta un pezzo importante nella scacchiera della partita più complessiva e che riguarda i futuri assetti della Regione.
A questo punto, nella rete intessuta pazientemente dal senatore forzista, manca la provincia. Successivamente potrà dedicarsi agli altri due appuntamenti fondamentali: la Regione e la sistemazione della complicata matassa del Comune di Vibo Valentia. Il tempo gioca a suo favore. Davanti a sé, infatti, ha ancora un enorme spazio da conquistare, uno spazio lasciato vuoto dai vecchi mostri sacri della politica Vibonese degli ultimi 4 lustri, sia al centro che a sinistra. La politica, è noto, è una scienza geometricamente esatta, non c’è possibilità di conservazione di spazi vuoti. E Mangialavori sembra averlo compreso benissimo.
Pa. Mo.