I parlamentari Melicchio, Tucci e Granato hanno inviato a Palazzo Chigi un'istanza per chiedere nei confronti del presidente della Regione l'applicazione della normativa che disciplina i casi di incandidabilità e sospensione dalla carica. Ma l'avvocato del governatore esclude la fondatezza della richiesta: «Non conoscono la legge»
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Si alza il livello dello scontro istituzionale tra la compagine governativa e quella regionale. Dopo il duro botta e risposta intercorso tra il governatore della Calabria, Mario Oliverio, e la ministra alla Salute, Giulia Grillo, sul terreno caldo delle nomine dei vertici delle aziende ospedaliere e sanitarie calabresi, adesso la deputazione grillina giunge fino a chiedere la testa del governatore da oltre un mese costretto a non allontanarsi dal Comune di San Giovanni in Fiore a seguito dell'obbligo di dimora disposto dal Gip del Tribunale di Catanzaro, Pietro Caré. Ed è proprio sulla base della misura restrittiva rimediata dal presidente della giunta, nell'ambito dell'inchiesta Lande desolate che lo vede indagato per abuso d'ufficio e corruzione, che i due deputati, Alessandro Melicchio e Riccardo Tucci, e la senatrice Bianca Laura Granato, si sono spinti a chiederne la sospensione dalla carica, facendo leva sulla presunta applicabilità della legge Severino.
Nell'istanza i tre parlamentari grillini, patrocinati dall'avvocato Francesco Pitaro, si rivolgono al Presidente del Consiglio dei Ministri, al ministro per gli Affari Regionali, al ministro dell'Interno e al Prefetto di Catanzaro sollecitandoli ad acquisire dal Tribunale di Catanzaro tutta la documentazione inerente la misura cautelare applicata al governatore verificando se vi siano i presupposti "per l'adozione del provvedimento della sospensione di Mario Oliverio dalla carica di presidente della Giunta Regionale della Calabria".
«Il presidente di Regione Mario Oliverio va sospeso dalla sua carica in virtù delle Legge Severino», affermano i tre parlamentari calabresi, spiegando il perché si dovrebbe intervenire a norma di legge: «Dal 17 dicembre Mario Oliverio è stato attinto, a seguito di richiesta di arresti domiciliari da parte della Procura di Catanzaro, dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora presso il Comune di San Giovanni in Fiore adottata dal Gip del Tribunale di Catanzaro. Successivamente il Tribunale del Riesame ha confermato questa misura cautelare, che è personale, coercitiva e obbligatoria. Ma la sede della Giunta Regionale della Calabria si trova a Catanzaro mentre il Consiglio Regionale, di cui Oliverio è membro, si trova a Reggio Calabria. Il Gip e il Tribunale del Riesame disponendo l’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, di fatto hanno vietato a Mario Oliverio di fare ingresso nelle due città dove dovrebbe svolgere il mandato elettorale».
Tutto ciò, secondo i pentastellati, andrebbe inquadrato con riferimento all’articolo 8 della Legge Severino che prevede la sospensione dalla carica del Presidente della Giunta Regionale quando il divieto di dimora riguarda la sede dove si svolge il mandato elettorale. «Abbiamo chiesto di intervenire per far rispettare la legge - concludono Melicchio, Granato e Tucci – ma Oliverio avrebbe dovuto dimettersi immediatamente, se davvero avesse avuto a cuore la Calabria. Il governatore finge che la dimora obbligata a San Giovanni in Fiore non pesi affatto nella concreta gestione degli affari correnti, ma la sua vicenda giudiziaria non può compromettere il futuro della nostra regione. È giunta l'ora di far rispettare la legge e archiviare la sua fallimentare amministrazione, per il bene della Calabria».
A stretto giro, però, il legale di Mario Oliverio, Enzo Belvedere, ha fatto sapere che «la provvisoria misura cautelare cui è sottoposto il governatore non rientra nella previsione della Legge Severino, con buona pace dei parlamentari grillini che la hanno malamente scomodata». «Sfugge loro - continua l'avvocato - non solo il dato normativo e la differenza tra divieto di dimora ed obbligo di dimora (capisco che è materia di chi conosce il diritto processuale penale), quanto la circostanza che già da sabato scorso il governatore è stato autorizzato dal Gip a partecipare ai lavori della conferenza Stato-Regioni che si tiene per più giorni in Roma. Possono star tranquilli che la misura avrà presto un suo epilogo positivo per il governatore ed ancor più sicuri di aver sbagliato a pensare alla Severino!».
Luana Costa