Un mero errore di trascrizione. E' questa la versione del presidente del seggio di Luzzi 1, finito nel vortice delle polemiche per un verbale in cui si legge che il numero delle schede, valide ai fini della votazione per le primarie Pd, è maggiore del numero dei votanti, rispettivamente indicati in 368 e 269. La breve nota è stata inoltrata al presidente Commissione regionale per il Congresso, Giovanni Puccio, al presidente Commissione provinciale per il Congresso, Enzo Giacco, e al segretario provinciale Pd Cosenza Luigi Guglielmelli. Ecco cosa sarebbe accaduto: «Nel primo verbale del seggio numero 1 di Luzzi è stato riportato solo il numero dei votanti registrati e non iscritti al Partito democratico».

Nella nota è allegata un'altra copia del verbale, regolarmente sottoscritto dai componenti del seggio, «dove si evince chiaramente che il numero dei votanti corrisponde alle schede votate». Ma in realtà non è così, perché anche nel secondo verbale inviato i conti non tornano. I votanti sono 368, le schede nulle sono 2 e i voti sono così distribuiti: 24 per Maurizio Martina, 315 per Nicola Zingaretti e 6 per Roberto Giachetti. Il totale è 345, all'appello ne mancano 21. 

Il caos e le dimissioni del direttivo

La foto del verbale incriminato circolava già dalla giornata di ieri, eppure nessuno aveva provato a smentire in alcun modo i rumors di presunti brogli, tanto che questa mattina, uno dei componenti della direzione provinciale Pd Cosenza aveva chiesto l'invalidazione del seggio e il commissariamento della sezione locale del partito. Poche ore più tardi, cinque componenti del direttivo della segreteria locale, Gianpiero Basile, Francesco Montalto, Emilio Morelli, Claudio Giraldi e Maria Francesca Corchiola, hanno rassegnato dimissioni irrevocabili, specificando che «la vicenda ha leso l'immagine di tutte quelle persone che credono come noi credono in una politica sana e trasparente». Solo in serata è giunta una nota a firma del presidente del seggio, che minimizza l'accaduto e parla di un errore dovuto a una svista. Che alla luce del nuovo documento adesso diventano due. 

 

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